L’iniziativa è stata celebrata da Marino, che l’ha voluta, come una rivoluzione indispensabile, benefica, epocale: dalle 5.30 di sabato sono stati pedonalizzati i Fori Imperiali, con il divieto di transito ai mezzi privati da largo Corrado Ricci al Colosseo. Per rispondere alle proteste dei commercianti della zona, ha spiegato, conversando con i cronisti della Bbc: «Se il Colosseo fosse a Londra o a Parigi, a chi piacerebbe usarlo come una rotonda?» Insomma, come dire che, sì, qualche disagio ci sarà, ma il gioco val bene la candela. Tutto a posto, quindi? Per nulla. Gigi De Palo, consigliere comunale della Capitale, già assessore alla Famiglia, ci spiega cosa non torna.
La pedonalizzazione dei Fori imperiali sembra una lodevole iniziativa
Di per sé, è indubbiamente una cosa buona. Tanti sindaci, negli anni, hanno cercato di farla. Il problema, quindi, non è l’iniziativa in sé, quanto piuttosto l’opportunità di farla in questo momento di grave crisi economica e con queste modalità.
Cosa vuole dire?
Considerando i tagli per l’educazione e per il sociale, non era di certo la priorità. Oltretutto, non è stato minimamente ascoltato il territorio, mentre si è deciso di procedere senza la minima cognizione di quel sistema di strade limitrofe che sarebbe stato necessario per far defluire il traffico altrove.
Tutto questo, che problemi determinerà?
Ci saranno indubbiamente gravi ricadute a livello economico per tutti i commercianti, gli artigiani o i ristoratori della zone, mentre chi vive in periferia ma lavora in centro subirà gravi disagi. Come se non bastasse, in questi giorni di agosto Roma è pressoché vuota. Ma, quando a settembre i romani torneranno in città, si inizierà ad avere reale percezione della dimensione del problema. Insomma, posto che il Colosseo non può continuare ad essere una rotatoria ma che, addirittura, sarebbe auspicabile la pedonalizzazione dell’intero centro storico, resta il fatto che la misura adottata dal comune è un progetto puramente astratto che non tiene conto della realtà. D’altro canto, la modifica della viabilità avrebbe richiesto tempi e procedure diverse.
Ovvero?
Sarebbe stato necessario, anzitutto, molto più tempo; sarebbe stato ragionevole educare i cittadini, come hanno fatto presente tutti gli esperti, a non percorre certe strade. Magari iniziando a pedonalizzare certe zone sia il sabato che la domenica. Inoltre, lo stop al traffico sarebbe dovuto essere graduale, partendo da una zone per procede, dopo una prima fase, alla successiva.
Perché il sindaco ha deciso di agire così?
In fondo, è come se fossimo ancora in campagna elettorale. Il che conduce a scelte impositive, espresse con una certa arroganza. Si tratta del medesimo stile di chi pretende la realizzazione di una discarica nei pressi del Santuario del Divino Amore. Le pare possibile che io, che sono stato presidente delle Acli, se faccio presente che non è accettabile che venga collocata a pochi chilometri dal santuario dei romani, dove si recano ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini, venga bollato come fascista?
Rispetto alla chiusura dei Fori, come andrà a finire?
Quando i romani torneranno a Roma, saranno necessarie profonde modifiche a quel progetto.
Più in generale, come valuta queste prime settimane di governo Marino?
Sono molto preoccupato del fatto che il quoziente familiare, che da assessore avevo istituito, e che era passato all’unanimità, nelle linee guida del sindaco Marino non c’è più, mentre sono arrivate la proposte di Sel e M5S per l’istituzione del registro delle coppie di fatto. Come se non bastasse, il nome dell’assessorato alla Famiglia, alla Scuole e ai Giovani che ho presieduto, è stato tramutato in assessorato ai Giovani, all’Infanzia e alle Pari opportunità.
(Paolo Nessi)