E’ stata una “azione ben studiata” quella messa in atto da alcuni tifosi romanisti domenica sera nei confronti del bus dell’Hellas Verona, preso d’assalto con sassi e spranghe dopo la partita. Ne sono certi gli investigatori, secondo cui gli ultrà giallorossi si sono appostati nel senso di marcia in direzione opposta al pullman della squadra ospite, pronti a colpire. “È insopportabile la presenza di teppisti nel calcio: via i violenti dal mondo sportivo”, ha scritto su Twitter il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, ma decisamente più dura e polemica è stata la reazione del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi: “Se quello che è successo a Roma fosse capitato a Verona l’intera città sarebbe stata messa sotto accusa. Quel che è accaduto è di una gravità inaudita, da noi le forze dell’ordine non avrebbero mai lasciato accadere una cosa del genere”. Immediata la replica del Questore di Roma Fulvio Della Rocca, secondo cui “la polizia ha fatto il suo dovere. I servizi di controllo sono sempre inappuntabili ma la città non può essere militarizzata per alcuni scriteriati”. Abbiamo commentato quanto avvenuto con Roberto Perrone, giornalista del Corriere della Sera.



Come giudica quanto avvenuto?

Purtroppo il vero dramma del calcio italiano è che i problemi non vengono risolti, ma semplicemente coperti. La violenza che di volta in volta torna a esplodere nei nostri stadi non è stata di certo eliminata con i tornelli o con la tessera del tifoso, perché alla fine troviamo sempre uno “zoccolo duro” di violenti e facinorosi che penalizzano solamente chi con tutto questo non c’entra niente. Il vero problema è che ormai siamo totalmente assuefatti.



Cosa intende?

L’episodio che ha visto coinvolto il bus del Verona è ovviamente grave, ma di certo non isolato. La Juventus, ad esempio, è una squadra che regolarmente subisce attacchi di questo tipo, come avvenuto a Napoli. La violenza esiste, eppure invece di colpire direttamente i responsabili si è scelto di anestetizzare tutto con una serie di divieti e di regole che però non hanno affatto risolto il problema.

Cosa pensa della reazione del sindaco Tosi?

Anche a Verona sono accaduti fatti gravi legati al calcio. Credo sarebbe meglio evitare distinzioni tra Nord e Sud, anche perché nel corso degli anni abbiamo visto feriti, morti e violenza in tutta Italia, da Milano fino a Roma e Catania. Il problema non è geografico: il problema è che in tutti gli stadi esiste ancora una componente violenta della tifoseria che purtroppo fa quello che vuole.



Il Questore di Roma ha invece risposto che “la città non può essere militarizzata per alcuni scriteriati”. Cosa ne pensa?

Sono d’accordo con le parole del Questore. Sono stato allo Stadio Olimpico di Roma per la partita di Supercoppa tra Lazio e Juventus e le posso assicurare che quanto si vede intorno allo stadio è sconcertante: l’area è militarizzata per chilometri, quindi i tifosi, che non possono arrivare in auto, sono costretti a camminare tantissimo lungo una strada di fatto stabilita affinché le due tifoserie non vengano a contatto. E’ una situazione inaccettabile che negli altri Paesi non accade, ma di certo non si può immaginare di coprire con agenti in tenuta antisommossa, volanti ed elicotteri un’area ancora più vasta della città.

 

Qual è allora la soluzione?

La soluzione è la stessa che mise in atto Margaret Thatcher con gli hooligans, cioè prevedere una legislatura estremamente severa per i reati da stadio, per cui basta lanciare una bottiglietta di plastica in campo per beccarsi sei mesi di reclusione. E’ poi ovvio che, oltre alla repressione, è assolutamente necessario portare avanti iniziative di educazione ai valori sportivi e al fair play fin dai primi anni di scuola e attraverso tutte le categorie calcistiche, dove sempre più giovani e giovanissimi imitano fedelmente il mondo degli adulti.

 

(Claudio Perlini)