Nuova protesta shock al Cie di Ponte Galeria, alla periferia di Roma, dove tredici immigrati, tutti marocchini, si sono cuciti la bocca con ago e filo, ma anche con fil di ferro. “Sono stremati disillusi, sono arrivati a Ponte Galeria da Lampedusa a novembre, vogliono sapere il loro destino”, ha spiegato Gabriella Guido, portavoce della campagna LasciateCIEntrare. “Due degli immigrati che si sono cuciti la bocca vogliono rimanere in Italia per unirsi alle loro famiglie”. La stessa protesta, che come in questo caso aveva portato a uno sciopero della fame, era avvenuta poco più di un mese fa contro le condizioni di detenzione all’interno del Cie. “Ora i marocchini tornano a protestare per il protrarsi della loro permanenza nel centro – ha fatto sapere il direttore del Cie romano Vincenzo Lutrelli – Si lamentano del fatto che da Natale non è cambiato nulla e dicono di aver avuto notizie da altri loro connazionali che si trovano in altri centri di uscite, mentre loro sono ancora qui”. Luigi Nieri, vicesindaco di Roma Capitale, intende dire “basta a questa vergogna. La nuova clamorosa protesta degli immigrati rinchiusi nel centro di Ponte Galeria, dopo la quella messa in atto poco prima di Natale, conferma che si è perso e si sta continuando a perdere tempo prezioso per mettere fine a una vergogna indegna del nostro Paese. Non si possono trattenere persone che non hanno commesso alcun reato in strutture degradate e insalubri come i Cie”.



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