I licenziamenti di massa del Teatro dell’Opera di Roma – coro e orchestra lasciati a casa – chiamano in causa il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “Non c’è nessuna volontà di chiudere il Teatro dell’Opera né tanto meno di lasciare qualcuno a casa. Al contrario, rispetto a una situazione drammatica e alla concreta ipotesi del fallimento, la scelta è quella di rilanciare l’Opera rifondando il sistema delle relazioni e utilizzando un nuovo modo di lavorare che non intacchi gli artisti e i lavoratori”. Il presidente (ed esponente del Partito Democratico) ha dunque aggiunto: “nelle condizioni date, è necessario dare a tutti una nuova speranza fondata sul rilancio del Teatro. Chi l’ha fatto in Europa ha vinto. Ora ci sono 75 giorni per valutare e decidere sulle caratteristiche di questo nuovo rapporto che potrà e dovrà vedere gli artisti protagonisti. Quest’anno abbiamo fatto di tutto per sostenere il Teatro versando in pochi mesi risorse che si aspettavano da anni. Noi lavoriamo per questo obiettivo, il rilancio dell’Opera, ricordando, in primo luogo a noi stessi, che gestiamo soldi dei cittadini che devono essere impiegati sempre con trasparenza e cura”.
E Prima l’addio del direttore musicale Riccardo Muti, adesso i licenziamenti degli orchestrali e dei coristi del teatro dell’Opera di Roma. Una decisione sofferta che arriva dal consiglio di amministrazione che oggi ha approvato l’esternalizzazione dell’orchestra e del coro e il via libera al licenziamento. A rendere nota la notizia è il sindaco della capitale, Ignazio Marino. “Un percorso mai intrapreso prima nel nostro paese, ma l’unico che può, in un momento drammatico per il nostro Teatro dell’Opera, portare a una sua vera rinascita”, ha detto il primo cittadino, spiegando che “il doloroso e recente messaggio di Muti ha determinato una frenata degli abbonamenti e una fuga degli sponsor”. Il procedimento riguarderà 182 unità di personale su 460, e non gli altri 278. Intanto, Marino ha precisato di non aver ancora deciso di cancellare l’Aida in programma il 27 novembre. “Noi auspichiamo che tutti o parte di musicisti e artisti del coro si riuniscano e formino un soggetto -ha aggiunto – Ci sono 75 giorni per capire ed eventualmente trattare e definire il percorso successivo. Se si organizza tutto nel migliore dei modi dal 1 gennaio il teatro dell’Opera potrebbe aver nuova orchestra e coro”. (Serena Marotta)