Aveva detto alla famiglia che si sarebbe laureato l’11 novembre, ma il giovane non ha retto alla menzogna e si è lanciato nel vuoto dal suo appartamento al quarto piano. Una bugia portata avanti per anni, quando nel 2009 lo studente si era iscritto alla facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma. Tornava a casa e raccontava di esami sostenuti, di trenta e lode che riempivano di orgoglio i genitori che, come riporta oggi La Repubblica, gestiscono una bottega di alimentari nel quartiere Talenti a Roma e con tanti sacrifici lo hanno mantenuto agli studi. Studi che però il ragazzo di 28 anni ha disertato per anni. Mai un giorno a seguire le lezioni, né tanto meno a sostenere gli esami, il libretto era rimasto bianco. Nonostante ciò aveva avvertito tutti: la discussione della tesi era fissata l’11 novembre alle ore 15 nell’aula magna della Facoltà. Ma lui quella tesi non l’ha discussa, piuttosto di chiarire tutto ai genitori e al fratello più piccolo, ha preferito la morte. Così la scorsa notte ha aperto la finestra del quarto piano della palazzina e si è lanciato nel vuoto. Il corpo è stato trovato dal fratello, che si è accorto della finestra aperta alle 6.30 del mattino. Ma già era troppo tardi: il 28enne era morto, quando i genitori sono scesi giù a vedere le sue condizioni, svegliati dalle urla del figlio minore. “Mio figlio non era affatto depresso. Al contrario, proprio oggi avrebbe dovuto sostenere alle 15 la discussione della sua tesi di laurea in Ingegneria”, ha detto il papà agli agenti del commissariato Fidene. Ma è bastata una telefonata in Facoltà e un controllo al libretto per spiegare i motivi del gesto, più di quel biglietto non lasciato andando incontro alla morte. (Serena Marotta)



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