Il sindaco Marino minaccia di bloccare la capitale se non sarà approvato il decreto Salva Roma. Il premier Renzi risponde a stretto giro invitandolo a usare “un linguaggio diverso” e a evitare quelli che definisce come “toni incomprensibili”. La norma con i fondi straordinari per Roma, ritirata temporaneamente dal governo per motivi di forma, sarà approvata definitivamente a breve. Sono bastate però poche ore di incertezza perché il sindaco di Roma si mettesse pestare i piedi e a minacciare anche gli stessi santi, parlando addirittura di sospendere la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII prevista per il 27 aprile per mancanza di fondi. Per l’economista Francesco Forte, il governo dovrebbe intervenire nominando un commissario al posto di Marino.



Professor Forte, ritiene che Roma debba essere lasciata fallire come è avvenuto negli Usa a Detroit?

Prima di fallire, Roma potrebbe vendere un’immensa quantità di beni, compresi il patrimonio immobiliare e le municipalizzate, da cui si potrebbero ricavare diversi milioni di euro. Magari il pareggio non avverrebbe in un anno, ma attraverso un piano pluriennale. I proventi patrimoniali delle alienazioni e l’utilizzo delle aliquote massime dei tributi consentirebbero un rientro finanziario graduale.



Perché un Comune con ricche municipalizzate come Roma ha bisogno di essere salvato con i soldi dei contribuenti?

Acea, la municipalizzata dell’energia elettrica di Roma, è in attivo, mentre Atac, che si occupa dei trasporti urbani, ha un deficit molto pesante, analogamente a quanto avviene in altre città italiane compresa Milano. In particolare a Roma però il numero di persone che non paga il biglietto sugli autobus è molto elevato.

Lei quali soluzioni propone?

Il deficit di Roma va risolto in termini strutturali. Non è possibile che una città capitale che dispone di una sovvenzione ad hoc non riesca a raggiungere il pareggio di bilancio. A Roma l’Imu rende particolarmente, perché i prezzi delle case sono alti e il Comune incassa un gettito fiscale elevato. Il deficit si può spiegare quindi solo con uno spreco organizzativo.



Che cosa dovrebbe fare Renzi?

Renzi dovrebbe ricordarsi del fatto che in Italia vige una legge per cui quando un Comune versa in difficoltà finanziarie va commissariato. Non si capisce perché ciò non avvenga anche per Roma, ma si scelga invece di risolvere tutto con una generosa mancia con i soldi dei contribuenti.

 

Che cosa ne pensa dell’atteggiamento del sindaco Marino, che punta i piedi e annuncia di voler “bloccare la città”?

Il premier Renzi dovrebbe limitarsi a rispondere a Marino: “Se tu blocchi la città noi ti commissariamo”. Non si capisce come un sindaco possa fare affermazioni simili. La città non è di Marino il quale la deve gestire per conto dei cittadini, tutt’al più il sindaco potrebbe chiedere ai suoi elettori che cosa intendono fare.

 

La città non è di Marino, e neanche i soldi con cui avverrebbe il salvataggio…

Esiste lo strumento giuridico per dare una risposta ai problemi di Roma, il Comune di Reggio Calabria è stato commissariato e Napoli rischia lo stesso. Roma si trova a dover gestire un problema finanziario di difficile soluzione, e quando si verificano queste situazioni si ricorre normalmente all’istituto del commissariamento. Il commissario cerca di trovare le soluzioni necessarie con i mezzi massimi di economia di spesa e di aumento delle entrate. Ciò può avvenire anche attraverso delle alienazioni patrimoniali, e alla fine si può anche optare per un piano di rientro finanziario.

 

(Pietro Vernizzi)