Di norma, i concerti del Venerdì Santo sono imperniati sui grandi oratori di Bach sulla Passione oppure sulle sinfonie di Bruckner oppure ancora (specialmente la nona) o, se i mezzi sono limitati, sulla cameristica barocca a carattere mistico oppure ancora proponendo capolavori del Novecento ‘storico’ come le parabole di Britten.
Nel quadro del programma New Life, una serie di concerti di musica contemporanea (a cura di Oscar Pizzo) che si svolge nel piccolo ma acusticamente perfetto Studio Due del Parco della Musica a Roma, la sera del 18 aprile si è ascoltato un concerto per molti aspetti inusuale: duetti per violino, in cui erano incastronati , due ‘sonate’ per un violino solo; dei duetti – due (rispettivamente di Marcello Panni e Fausto Sebastiani) in prima esecuzione assoluta. Violinisti due giovani virtuosi eccezionali, ambedue cresciuti all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Francesco Peverini e Filippo Fattorini), ma più noti all’estero che in Italia.
Il programma sembrava molto ‘laico’ ma in effetti, anche se non religioso, era molto spirituale poiché non soltanto ispirato ma inteso a tradurre in suono uno dei sentimenti più alti: l’amicizia. Nasce in parte, molti anni fa, nel corso di una visita di Marcello Panni a casa di Luciano Berio. Allora Berio componeva brevi duetti per due violini destinati ad essere eseguiti non in una sala di concerto ma in un salotto privato. Ciascun duetto aveva il nome di battesimo di un amico o di un’amica ed intendeva tratteggiarne (con più di un piccolo di ironia) il carattere. La serie giunse a 34 duetti per violino. Panni compose , quindi, un duetto per violini intitolato Luciano , si dimenticò di firmarlo e restò tra le carte di Berio. Quando si penso di organizzare il concerto, dopo ricerche all’archivio Berio, il duetto venne ritrovato e Panni ve ne aggiunse un secondo dal titolo Oscar (dal nome dell’organizzatore di New Life) .Venne invitato anche Fausto Sebastiani (Presidente di Nuova Consonanza , la più importante associazione di musica contemporanea a Roma e forse in Italia). Sebastiani compose un duetto da un anagramma dei nomi dei due violinisti ….Escon Fili Veri……. Tra i duetti, due sonate per violino solo , Strung Out di Philip Glass (quando stava uscendo dalla droga) e Sequenza per Violino di Berio.
Sala pienissima con una folte presenza di pubblico giovane, anche straniero (a ragione della presenza a Roma di Istituti di Cultura ed Accademie con giovani borsisti musicisti). Pubblico entusiasta, con tre bis dopo il programma ufficiale e quindici minuti circa di applausi.
Deliziosi i duetti colmi di sentimento e delicatezza nel tratteggiare i personaggi che li hanno ispirati anche delineandone tratti caratteriali un po’ buffi e, nella partitura di Sebastiani di dare il senso di una matassa sonora da cui partono fili di seta. Molto differenti le sonate: quella di Glass appartiene ad un periodo caratterizzato dall’uscita dell’autore da una fase di tossico dipendenza. Quella di Berio è piena di echi barocchi.
Un modo insolito ma molto spirituale e molto bello per un concerto di Venerdì Santo.