Quello del 26 maggio rischia di essere l’ultimo concerto dell’Orchestra Sinfonica di Roma. È un complesso relativamente giovane che il 22 novembre 2012 ha celebrato il decennale dalla nascita. È soprattutto l’unica orchestra sinfonica interamente privata in Europa continentale e la sola in Italia a non avere un euro di contributo pubblico. È il frutto del lavoro di un accademico banchiere, Emmanuele Emmanuele, appassionato d’arte e di un gruppo di musicisti guidati da Francesco La Vecchia. Quando è iniziata la loro avventura, molti li hanno snobbati. Pensare di fare nascere un’orchestra sinfonica puramente privata, in grado di reggersi sulle proprie gambe, partendo con un gruppo di giovani appena usciti dai conservatori, era considerato poco “politically correct”. Anche perché i “ragazzi” (così li chiamavano) e il loro animatore, il direttore d’orchestra Francesco La Vecchia, non andavano a bussare alla porta di Pantalone, nelle sue varie vesti e guise (Stato, Regione, Provincia, Comune), ma pensavano di farcela con il contributo di privati e con gli incassi. 



Hanno trovato un mecenate, la Fondazione Roma Arte-Musei, che oggi, visti i risultati, stanzia quasi 4 milioni d’euro l’anno per l’intrapresa (a titolo di raffronto, il bilancio dell’Accademia di Santa Cecilia supera i 50 milioni d’euro l’anno, di cui due terzi pubblici). È anche una delle rare formazioni musicali che, di questi tempi, ha assunto.



I “ragazzi” (di allora) hanno iniziato nel novembre 2002, realizzando le prime stagioni al Teatro Argentina e al Teatro Sistina. Hanno, poi, rimesso a nuovo l’Auditorium di Via della Conciliazione, inizialmente concepito per le udienze papali del Giubileo del 1950 e diventato, in seguito, per circa mezzo secolo, sede dei concerti sinfonici dell’Accademia di Santa Cecilia (ora trasferitasi al Parco della Musica). L’Auditorium di Via della Conciliazione (circa 2000 posti) è stato migliorato sia nell’aspetto sia nell’acustica. 

Da novembre a giugno, i “ragazzi” (ormai quarantenni o quasi) vi hanno suonato la domenica pomeriggio alle 17.30 e il lunedì sera alle 20.30; la sala strabocca di giovani (e anche di anziani) a ragione in gran misura della politica di prezzi: per 30 concerti, l’abbonamento intero è € 300 (poco più di un posto in platea o palco per una sola serata alla Scala), ma per gli studenti è € 100 e per chi ha più di 65 anni € 180. Per i singoli concerti, il biglietto intero è € 20, quello ridotto (per studenti e anziani) € 15. 



E’ diventata ‘l’orchestra della gente, con un pubblico di giovani ed anziani, non di grandi capacità economiche ma appassionati di musica e fidelizzati all’Orchestra, che consideravano e considerano la ‘loro’ Orchestra. Nonché concerti di beneficienza in istituti di detenzione e pena e negli ospedali.

I programmi hanno coniugato la grande musica tradizionale dell’Ottocento e del Settecento con il Novecento; importante la riscoperta di Martucci, compositore italiano grandissimo ma che nel nostro Paese era stato coperto da una coltre di oblio, nonché le integrali di Casella e Petrassi (tutte curate da grandi case discografiche come la Sony e la Naxos). 

Una ventata d’aria nuova che mancava nella capitale da quando è stata chiusa, prima,  la formazione romana dell’Orchestra Sinfonica della Rai e successivamente l’Orchestra di Roma e del Lazio. La Sinfonica di Roma ha innescato competizione nel mercato della musica. I costi di produzione sono tenuti bassi da un organico amministrativo all’osso (una decina di dipendenti). L’orchestra ha acquisito tale autorevolezza da essere stata invitata ad esibirsi all’estero – a San Pietroburgo, a Bruxelles, a Madrid (in un concerto presso l’Auditorio Nacional de Música alla presenza della Regina), in Brasile, ad Atene, a Londra (nella sede della Royal Philharmonic Orchestra) e alla Großer Saal della Philharmonie a Berlino, a Vienna, a Washington e New York. Una bella storia per incoraggiarsi a uscire dal declino.

Purtroppo, questa bella storia minaccia di terminare per varie ragioni: riduzione del contributo privato, nessuna certezza su quello pubblico, dissapori tra il direttore ed alcuni elementi, comportamenti censurabili attribuiti a esponenti di parti sociali . Non è questa la sede per trattarne, tanto più che ormai la vicenda pare essere in altre sedi.

L’Orchestra Sinfonica di Roma è stata un’amica fedele di oltre 3000 abbonati e di tante persone in luoghi dove si soffre. Al termine dell’ultimo concerto, diretto da Marius Stravinsky, dopo il programma ufficiale (sinfonie di Mendelssohn e Sibelius), l’Orchestra ha regalato al pubblico l’ouverture de Le Nozze di Figarodi Mozart. L’opera ha un sottotitolo la folle giornata. Speriamo che al termine di questa folle giornata si ricomponga tutto. Quindi, come diceva una canzone della Prima Guerra Mondiale di cui ricorre il centenario, diciamo arrivederci non addio.