La prima della Boheme al Teatro dell’Opera di Roma rischia di saltare. È stato, infatti, indetto uno sciopero da parte dei sindacati Slc-Cgil e Fials-Cisa per protestare contro i tagli di personale. L’opera dovrebbe andare in scena mercoledì 16 luglio a Roma, ma nello stesso giorno i due sindacati hanno organizzato un presidio presso il ministero dei Beni culturali, in via del Collegio Romano dalle ore 15, oltre allo sciopero di oggi. I due sindacati denunciano “i tagli di organici e delle risorse” che hanno portato a una “odiosa trattenuta fino al 50 per cento degli emolumenti e la decadenza dei contratti integrativi”. E non è tutto: le due organizzazioni denunciano la  gestione “di stampo commissariale, padronale e vessatoria con atti unilaterali fortemente discriminatori fra i dipendenti e che denotano l’adozione di due pesi e due misure, senza alcun taglio agli sprechi ma al contrario con la facilitazione alle diseconomie e alla cattiva gestione”. Dall’altra parte, arriva la protesta del Teatro dell’Opera, che ha contestato l’iniziativa: “L’8 luglio 2014 – afferma in una precisazione – è stato firmato l’accordo, previsto dalla legge 112, con le sigle sindacali Cisl e Uil, cioè con le sigle che rappresentano il 66 per cento, in pratica i due terzi, degli iscritti ai sindacati, quindi la maggioranza dei lavoratori del Teatro dell’Opera. L’accordo non è stato sottoscritto da Cgil e Fials, che rappresentano i restanti iscritti. La stessa legge 112 prevede che l’accordo sia approvato dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative”.



(Serena Marotta)

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