Dicono alle famiglie di partire per una vacanza e invece raggiungono la Siria o l’Iraq dove combattono come volontari per il gruppo jihadista dell’Isis. Sono ragazzi nati in Italia, tutti giovani tra i 18 e i 28 anni, in tutto sarebbero una ventina. I giovani mujaheddin che partono da Roma non frequenterebbero nessuna moschea né sarebbero inseriti in circuiti religiosi della comunità musulmana. «Proprio per questo sfuggono all’occhio degli investigatori», spiegano le fonti citate dal quotidiano “Il Tempo”. Arruolamenti che avvengono attraverso internet, che fornisce anche il supporto per la partenza. E sempre in rete i giovani romani insospettabili entrano in contatto con altri combattenti per scambiarsi informazioni. Sono perlopiù marocchini, algerini e siriani, che in Italia fanno una vita normale, conducono appunto uno stile di vita occidentale. «Sono ragazzi con un buon grado di cultura – chiariscono le fonti – che hanno studiato e molti sono iscritti all’università. La maggior parte sono cittadini italiani e quindi questo facilita per certi aspetti i loro movimenti e il ritorno nel nostro Paese». Partono da Roma per la prima tappa del loro viaggio che li porta in Marocco, precisamente a Khourigba, città a 120 chilometri a sud-est di Casablanca, dove si troverebbe la prima base d’appoggio, per partire poi verso l’Iraq o la Siria.  Proprio in Marocco la polizia, su segnalazione dei servizi segreti, avrebbe arrestato diversi ragazzi e “agevolatori”. In alternativa raggiungerebbero la Turchia, e attraversando il confine, in Siria. I ragazza combattenti che provengono dall’Italia raggiungono la città di Ar-Raqqa, a nord di Aleppo, dove si uniscono con i miliziani dell’Isis e iniziano così il percorso di guerra. (Serena Marotta)



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