“L’attacco all’autobus a Roma è uno scandalo che non accade in nessun altro Paese civile. Un’autista, una donna giovane che poteva rimanere ferita o fare una bruttissima fine se fosse finita nelle mani di quell’orda criminale, un mezzo pubblico devastato e un clima di terrore degno delle guerre civili africane: questo si respira in Italia, con la politica che si trastulla sull’articolo 18 mentre di lavoro non ce n’è più e la disoccupazione galoppa, aggravando la crisi sociale e umana”. Così Souad Sbai, giornalista ed ex parlamentare italo-marocchina, ha commentato l’attacco di un gruppo di immigrati ad un autobus in zona Corcolle a Roma. “L’umanità e la tutela dei diritti umani si tramuta, in Italia, in un varco sempre aperto per chi vuole commettere reati e non ha alcuna intenzione di integrarsi né di vivere in maniera civile – ha aggiunto Sbai – Fra criminalità ed estremismo ormai non controlliamo più chi vaga senza meta nel nostro Paese e si finisce con un bus devastato, una donna in bilico fra la vita e la morte mentre svolge il suo lavoro e l’impunità che regna sovrana. Questi sono solo criminali, non immigrati da proteggere, e chi finora ha coperto questo scempio con la falsa coperta dei diritti umani si vergogni perché ha scaraventato l’Italia nel caos sociale e nella paura”.



Due giorni dopo il terribile accaduto, parla l’autista dell’autobus che è stata aggredita da decine di immigrati infuriati. Per cosa, ancora nessuno lo sa, anche se lei stessa, Elisa l’autista, dice che forse stavano aspettando il mezzo da troppo tempo. Il che non giustifica quaranta persone di un vicino centro di accoglienza che attaccano con bottiglie di birre un mezzo pubblico circondandolo ben due volte. Avevo paura che volessero stuprarmi, ha detto la donna ancora sotto shock per l’accaduto. Ero sola, nessuno è venuto in mia aiuto, ho dovuto chiamare l’unico collega che ho trovato, racconta. “Mi sono messa a piangere per la paura, gli ho chiesto di salvarmi. Quelli intanto spaccavano tutto, hanno finito di sfondare il finestrino. Ho pensato: Se riescono a salire mi violentano e mi ammazzano. Mi sono messa a suonare il clacson, ho fatto più rumore possibile, ma veramente assurdo è stato il totale menefreghismo dei passanti. Mi sono sentita davvero sola” sono le sue drammatiche parole. Non è la prima volta che nella periferia di Roma accadono episodi del genere, denuncia il sindacato che chiede si faccia qualcosa per la protezione degli autisti di mezzi pubblici.



Autobus semi distrutto dopo un vero e proprio assalto da parte di una folla infuriata di almeno quaranta persone. E’ successo ieri sera verso le 19 e 35 a Roma, zona San Vittorino, periferia est della capitale. Autista del mezzo era una giovane dipendente dell’Atac, Elisa D.B. di 33 anni Gli aggressori stando al racconto fatto erano tutti immigrati che si sono messi in mezzo alla strada per bloccare il mezzo. L’autista ha rallentato ed è scattata l’aggressione con bottiglie scagliate contro un vetro che è andato in frantumi in alcuni punti e calci e pugni al mezzo pubblico. Fortunatamente sul mezzo a quell’ora oltre all’autista non c’era nessuno. A quel punto l’autista sconvolta dalla paura ha chiamato in centrale e ha ottenuto il permesso di tornare subito alla rimessa riuscendo ad allontanarsi. Ma l’incubo non è finito: gli aggressori hanno di nuovo bloccato l’autobus. E’ finalmente arrivata la polizia e la folla è fuggita: “Mi hanno insultato, mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato se non avessi aperto le porte. Me la sono vista brutta, ho avuto paura” ha raccontato la giovane. Non è la prima volta che in periferia a Roma accadono episodi del genere. 

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