È stato presentato oggi a Roma il Piano nazionale per la fertilità “Difendi la tua fertilità prepara una culla nel tuo futuro”, elaborato dal Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità, guidato da Eleonora Porcu. Dal Piano è emerso che 1 coppia su 5 ha difficoltà a procreare in modo naturale. La percentuale 20 anni fa era di circa la metà. Le cause sono al 40 per cento nella componente femminile e al 40 per cento in quella maschile, mentre per il 20 per cento di origine mista. In più negli ultimi 50 anni il numero di spermatozoi nell’uomo si è ridotto a metà e dagli anni Ottanta l’età media per il concepimento è aumentata di dieci anni per i maschi e per le femmine.



Lo scopo del Piano, presentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin è quello di porre l’attenzione sulla fertilità ponendola al centro delle politiche del Paese. Si punta sull’informazione, sul rilancio dei consultori, sulla formazione degli insegnanti. Il progetto prevede corsi di formazione sulla fisiologia e la patologia riproduttiva. Coinvolti nel progetto anche i media che saranno tenuti a dare spazio ai temi della fertilità con conferenze e trasmissioni radio e tv. E non solo: Il Piano per la fertilità, in collaborazione con le Regioni e le Asl, prevede anche una valorizzazione dei consultori: “come primo anello e filtro nella catena assistenziale delle patologie riproduttive. Il consultorio dovrà essere la prima tappa del percorso sanitario – evidenzia il Piano – dedicato al paziente infertile, in stretto dialogo col successivo livello terapeutico ospedaliero. La sequenza assistenziale efficace dovrebbe iniziare dal medico di medicina generale e dovrebbe proseguire con l’invio dei pazienti al consultorio dove gli specialisti eseguiranno una accurata anamnesi e prescriveranno le indagini più opportune per raggiungere una diagnosi e delineare un’ipotesi terapeutica appropriata che potrà eventualmente essere messa in atto nella struttura ospedaliera”. Un occhio di riguardo anche all’oncofertilità per tutelare quei pazienti oncologici nella riproduzione. Prevista nel Piano l’istituzione di una Scuola di specializzazione in Medicina della Fertilità. “Nell’uomo – chiarisce Andrea Lenzi, nuovo presidente della Società italiana di endocrinologia, tra i relatori della presentazione del Piano – nei primi 10 anni di vita le patologie maschili che più danneggiano la fertilità sono il criptorchidismo (ritenzione testicolare), le orchiti e la torsione del funicolo spermatico. Mentre nel periodo puberale (12-14 anni) la fertilità è messa a repentaglio da problemi ormonali e dal varicocele, quest’ultimo può proseguire a danneggiare la fertilità per tutta la vita. Dai 14 ai 20 anni i pericoli per la fertilità dei maschi sono le infezioni genitali e gli stili di vita alterati”. E ancora: “Tra i 10 e i 15 anni le patologie femminili che più danneggiano la fertilità sono i disturbi del comportamento alimentare e le infezioni genitali, oltre alle alterazioni ormonali – ricorda Lenzi – Quando si cresce, tra i 20 e i 40 anni, le malattie che mettono a rischio la fertilità sono i disturbi ovulatori, l’ovaio policistico, le infezioni genitali, i fibromi”. Ad oggi non è prevista nessuna valutazione andrologica nei giovani, “sta quindi a ciascuno di noi – conclude lo specialisti – prendersi cura della propria salute o di quella dei propri figli sottoponendoli ad una visita o anche facendo un controllo andrologico quando raggiungono la maturità”. (Serena Marotta)

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