E alla fine la direzione del partito romano ha emesso il verdetto: per le Primarie Pd Roma 2016 non ci sarà il voto anche al sabato, ma viene confermata come data unica della votazione domenica 6 marzo. Dopo le richiesta di Roberto Giachetti e anche degli altri candidati del centrosinistra, il Pd nelle parole del coordinatore romano delle primarie, Giancarlo D’Alessandro, ha deciso così. Niente voto anticipato al sabato per la scelta del candidato sindaco, “alla riunione convocata ieri con i rappresentati dei candidati è emersa la mancanza di tempi tecnici per mettere d’accordo tutti. Abbiamo preso atto della divergenza, visto che due candidati si sono dissociati da questa possibilità e quindi resta la giornata di domenica”. A votare contro sarebbero stato Stefano Pedica e Domenico Rossi, secondo il sito di Repubblica, con invece gli altri 4 candidati che volevano raddoppiare anche a sabato per paura di un flop generale del voto per gli elettori romani. “Non c’è motivo per cambiare le regole in corsa, a Roma si deve votare solo domenica. Le regole si rispettano, mi appello a Renzi”, aveva detto ieri Pedica. E così è stato.



Domenica ci saranno le primarie Pd a Roma e i candidati in corsa stanno presentando in questi ultimi giorni i programmi un po’ più approfonditi: il tempo per farlo è chiaramente in ritardo ma non per colpa dei candidati, con la complessa macchina organizzativa romana che non ha brillato per queste primarie del Centrosinistra che eleggeranno il candidato unico per la corsa alla poltrona del Campidoglio, come Sindaco della Capitale. Intervistato da Leggo, Roberto Morassut – sfidante numero 1 di Giachetti ed elemento polemico contro la maggioranza del suo partito – espone i punti del suo programma: «io vengo dal popolo, da Don Bosco, e il consenso in politica me lo sono sempre sudato camminando e scrivendo. Nessuno mi ha mai benedetto dall’altro. Non c’è una gerarchia di problemi, ma una serie di problemi collegati, come ad esempio il tema delle periferie e quello della mobilità. La città ha bisogno di una visione di insieme, serve rimettere in sesso il bilancio abbassando le tasse, che sono eccessive, ed ampliando la capacità di acquisto delle famiglie e di investimento della Capitale». La più grande ricchezza da valorizzare invece, viene chiesto ancora dalla collega di Leggo? «Ricerca e formazione, siamo leader nel campo della ricerca medico-sanitaria e può dotarsi in tempi non troppo lunghi di tre campus universitari pubblici nelle aree di Pietralata, Tor Vergata e Testaccio-Marconi-Ostiense».



Diciamo che se a 5 giorni dalle Primarie Pd a Roma sparisce il fair play ce lo si poteva anche aspettare, anzi sembra quasi in ritardo visto che la partita sul candidato unico del centrosinistra che uscirà domenica sera dopo le urne e i gazebo in giro per la Capitale è prossima alla fine. Scossone ieri tutto interno al Partito Democratico che ha visto le ire di Roberto Morassut, uno dei sei candidati (minoranza dem) contro il suo stesso partito e contro l’appoggio presunto dato a Giachetti: “Un certo stile di vita interna al Pd si è occupato per troppo tempo di posti, di come suddividere le aree di influenza, di gruppi interni in vista delle elezioni. Ho l’impressione che questo si stia riproducendo nello schieramento che sostiene Roberto Giachetti”, “bomba” a Radio Popolare. L’ex assessore all’urbanistica si riferisce sopratutto al triumvirato Zingaretti-Orfini-Bonaccorsi che avrebbero piazzato le “truppe” all’interno dei vari municipi. La precisazione arriva poi d’obbligo a tutela del rivale Giachetti, “non parlo di Giachetti ovviamente, una persona estranea a queste logiche e che stimo, ma lo metto sull’avviso perché mi pare di capire che nello schieramento che lo sostiene si stiano riproducendo questi meccanismi”. La replica arriva per via indiretta da Ileana Argentin, presidente del comitato per Giachetti sindaco: “Caro Morassut, osservo che hai deciso di abbandonare la politica del fair play, un tratto positivo di questa campagna. Non risponderemo alle insinuazioni con la stessa moneta, proponendo l’elenco dei protagonisti della stagione più triste e drammatica dl Partito Democratico a Roma che si nascondono tra i tuoi sostenitori, perché prevale la stima nei tuoi confronti e lo stile che ci siamo imposti”.

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