“Alfio Marchini sarà il primo laureato in ingegneria dei trasporti a diventare il sindaco di Roma. Il suo nuovo piano per la mobilità ridurrà il traffico e l’inquinamento e verrà incontro ai bilanci delle famiglie”. Lo evidenzia Guglielmo Vaccaro, deputato di Idea e candidato consigliere comunale nella Capitale per la lista “Alfio Marchini sindaco”. “Attraverso la tecnologia – spiega inoltre l’onorevole Vaccaro – possiamo rendere Roma una città più sicura, installando una telecamera su ogni lampione”.



Come vede il rapporto pubblico-privato nella gestione dell’amministrazione comunale?

Io sono fautore della sussidiarietà. Mi renderò quindi promotore di una novità sul piano istituzionale, cioè l’Osservatorio per la sussidiarietà a livello comunale. Ritengo che vada favorita la proposta di servizi privati che possono alleviare la struttura pubblica da un carico che è cresciuto in maniera abnorme. Vedo uno sbilanciamento del pubblico che in questo momento si traduce in una massiccia inefficienza.



Che cosa non funziona a Roma?

A Milano si può dire che cosa non funziona, a Roma si fa prima a dire che cosa funziona. La responsabilità è anche di un settore pubblico che ha provato a espandere la sua area di influenza, danneggiando l’autonomia privata e lo spazio di costruzione di nuovi protagonismi che possano rispondere ai bisogni dei cittadini.

Gli scandali di Mafia Capitale hanno riguardato soprattutto il rapporto Comune-costruttori. Quanto conta il fatto che Marchini è un costruttore?

Marchini è un costruttore di speranza per Roma. Se parliamo dell’edilizia, in prima persona non ha mai messo le fondamenta di un solo palazzo. Ha una famiglia di costruttori, dalla quale ha ereditato una rilevante fortuna che poi ha amministrato realizzando imprese di tipo diverso. Il Marchini politico farà quello che serve alla città e alla ripresa di Roma.



Che cosa proponete per la digitalizzazione di Roma?

Roma è una grande capitale europea che ha rinunciato a modernizzarsi, ignorando la possibilità di impiegare nuove tecnologie o usandole male. Un esempio è l’accesso nella zona a traffico limitato. A Milano si può entrare con un ticket giornaliero, a Roma invece è necessario un permesso annuale che costa 2mila euro. Quindi ci sono gli stessi rilevatori, che sono semplicemente gestiti in maniera diversa perché a Milano c’è un software che li rende utili e intelligenti, e a Roma stupidi e dannosi.

Quali sono le conseguenze?

Le persone che ha Roma vogliono entrare nella Ztl fanno un calcolo della convenienza sul numero di multe che possono prendere in un anno in alternativa all’acquisizione del permesso da 2mila euro. In questo modo si induce la gente a trasgredire.

La tecnologia può essere utilizzata anche per aumentare la sicurezza?

Certamente. Su ogni lampione deve essere installato un sistema che aiuti a ridurre il consumo e consenta di avere telecamere che possano registrare o anche informare su eventi che danneggiano la sicurezza. Nello stesso tempo con questi dispositivi si possono gestire informazioni relative al numero di parcheggi liberi e all’assistenza agli anziani. La tecnologia quindi può risolvere tantissimi problemi del quotidiano.

 

Perché finora a Roma la tecnologia è stata poco utilizzata?

Perché c’è un’amministrazione ottusa rispetto alle novità della tecnologia. Occorre prendere in mano la gestione della cosa pubblica e in sei mesi o un anno fare voltare pagina a Roma. Sono davvero sorpreso nell’apprendere che nel corso della campagna elettorale ci sono state tantissime proposte da parte di imprese romane, che non sono state nemmeno considerate come soluzioni. Queste stesse start-up stanno collocando i loro prodotti in giro per l’Europa, ma non sono riusciti a trovare un mercato lì dove li hanno realizzati.

 

Il traffico a Roma è notoriamente caotico. Che cosa si può fare per renderlo più fluido?

Il traffico a Roma è problematico perché i trasporti pubblici sono inadeguati. Se avessimo metrò e autobus più efficienti, in una fase di crisi in cui avere un’auto costa molto, i cittadini sarebbero incentivati naturalmente a scegliere i mezzi pubblici. Migliorando i trasporti si viene quindi incontro sia al bilancio delle famiglie sia all’inquinamento sia al traffico. In una città dove la mobilità non è considerata una priorità né una qualità dell’amministrazione, bisogna porvi rimedio immediatamente.

 

In che modo?

Con un Marchini che è ingegnere dei trasporti avremo il primo sindaco della Capitale che è uno specialista della mobilità. Il punto di partenza sarà il nuovo percorso della metropolitana di superficie è già stato tracciato.

 

Perché il programma di Marchini è migliore di quello della Raggi o di Giachetti?

Intanto il programma di Marchini c’è. Quelli della Raggi o di Giachetti sono elenchi abborracciati di proposte scimmiottate dal programma di Marchini, che è stato presentato più di due mesi fa. Sono 101 proposte puntualissime, con l’individuazione delle criticità, della soluzione e l’analisi di fattibilità. Chiunque nelle prossime ore abbia voglia di decidere per chi votare utilizzando il programma come bussola, arriverà a votare Alfio Marchini senza ombra di dubbio, perché ha l’unico programma adatto a risolvere i problemi di Roma.

 

(Pietro Vernizzi)