«La prima regola è che non ci sono regole», dicono Brad Pitt ed Ed Norton in Fight Club ed è così anche a Roma, dove ogni giorno si combatte in strada una sfida che vede tutti contro tutti. Per i neopatentati girare per le strade delle Capitale è un incubo: come sopravvivere nella giungla di auto, autobus, scooter e pedoni? Come sfuggire a infrazioni, soprusi e furberie? C’è una guida semiseria ricca di consigli soprattutto per i non romani, affinché riescano ad uscire vivi dal traffico romano. Partiamo dalle auto in diagonale: ogni spazio, qualsiasi margine, è utile per lasciare la macchina. Inoltre, non c’è limite per parcheggiare: in qualunque punto della città puoi parcheggiare al fianco di un’altra auto. Che tu sia in doppia o tripla fila non è importante, perché tanto altri si affiancheranno a te fino a quando ci sarà uno spiraglio utile. Girando tra le strade di Roma non ci si imbatte solo in monumenti a cielo aperto, ma anche in opere d’arte contemporanea: dal suv sul marciapiede al minivan sulla pedana per i disabili, dalla mamma in scooter con il figlio piccolo intenta a schivare i pedoni… sul marciapiede! «Carpe diem» scriveva Orazio e allora, se il semaforo è arancione, non fermarti ad aspettare il ritorno del verde. Se, però, si avvicina un pallone, fermati: vedrai arrivare di corsa un bambino per raccoglierlo. Vai di fretta, ma chi ti precede è lento? Non devi fare altro che suonare. Ogni problema stradale può essere risolto con il clacson: dalla svolta senza freccia all’uscita dal parcheggio ostacolata. Ci sono poi misteri, come quello dei vigili che sono pronti a multarti quando sbagli e che non trovi quando ne hai bisogno. A Roma poi si sente dire continuamente «Daje, che ce passi lo stesso!», eppure un’auto lanciata nella sua corsia trova sempre un ostacolo sul suo cammino.



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