Il maltempo che si è abbattuto sull’Emilia Romagna in questi ultimi giorni, è un evento quasi eccezionale così come svelato ai microfoni di Repubblica da parte del climatologo Carlo Cacciamani, direttore di ItaliaMeteo: “Tra il 1 e il 3 del mese in Romagna sono scesi 230-240 millimetri di pioggia. In un anno ne cadono in media 750 a Ferrara e 1.200 sull’Appennino. Ieri ne sono arrivati quasi altri cento. Sono valori che registravamo ogni 3 o 4 decenni”, le parole dell’esperto che poi specifica: “non vuol dire che non avremo più episodi di primavere fresche e bagnate: la variabilità del tempo meteorologico resterà sempre”. Ciò significa che “un’atmosfera mediamente più calda sarà in grado di caricarsi di maggiori quantità di vapore acqueo”. Pertanto “quell’acqua, cadendo, darà vita a fenomeni da record come quelli che vediamo ora. A maggio eravamo abituati a temporali improvvisi e brevi”.
Il climatologo Cacciamani parla di “riscaldamento climatico” come “una tendenza di lungo periodo” e “all’interno di questa freccia molto prolungata ci sono delle oscillazioni” per cui “è possibile che a volte tornino a ripresentarsi condizioni più fresche, come oggi”. Ma guai a pensare che questo maggio fresco possa fare da preambolo ad un’estate ricca di precipitazioni e non calda, tutt’altro: “Le previsioni stagionali dell’agenzia europea Copernicus, ci fanno intravedere un’altra estate con temperature superiori alla media, anche se non necessariamente asciutta come l’anno scorso”.
MALTEMPO EMILIA ROMAGNA, CACCIAMANI: “DIFFICILI ANTICIPARE QUESTI TEMPORALI”
Ma per lo meno le piogge di queste settimane potrebbero dare un sollievo alle terre dopo il problema della siccità? “la portata del Po è sì in ripresa – replica Cacciamani – ma lì per una piena servono settimane di pioggia. Soprattutto dovrebbe piovere nella parte di bacino più a monte. A valle, in Emilia Romagna e Marche, accade che si riempiano soprattutto i corsi d’acqua minori” ma “purtroppo veniamo da un periodo di siccita’ lunghissimo e ce ne vorra’ per riuscire a bilanciarlo”.
Il climatologo sottolinea comunque come le previsioni fatte finora siano state “perfette” e che “il riscaldamento climatico ci aveva abituato a temporali difficili da anticipare, che in 3 o 4 ore scaricano quasi a sorpresa quantità d’acqua inaudite. Stavolta invece il percorso della perturbazione e la sua intensità erano state descritte con molta precisione. Le allerte erano state diramate. Eppure non è bastato. Con un’atmosfera carica di energia e vapor acqueo e un territorio antropizzato che non è in grado di ricevere tanta pioggia tutta insieme, purtroppo ci ritroviamo sempre a parlare di danni”.