Roman Kostomarov, ex leggenda del pattinaggio sul ghiaccio, ha vissuto un inizio anno a dir poco drammatico: per via di una forte polmonite bilaterale gli sono state amputate le gambe e anche parti delle braccia. Il Corriere della Sera ricorda come all’inizio dello scorso mese di luglio lo stesso Kostomarov avesse riunito i medici e gli infermieri dell’ospedale di Kommunarka, periferia di Mosca, per ringraziarli del trattamento ricevuto. Del resto, anche se l’ex pattinatore sul ghiaccio ha perso gambe e parte delle braccia, gli hanno comunque salvato la vita. Non sarà stato sicuramente facile per il bicampione del mondo, tricampione europeo e medaglia d’oro alle olimpiadi invernali di Torino 2006 con Tatiana Navka, ma dallo scorso gennaio lo stesso è stato costretto, volente o nolente, ad iniziare una nuova vita.
A seguito di una forte polmonite bilaterale poi degenerata era stato costretto ad un ricovero d’urgenza, calvario terminato con l’amputazione dei piedi e di parti importanti delle braccia. Kostomarov ha subito anche un ictus oltre a difficoltà psicologiche che lo hanno portato addirittura ad aggredire la moglie, quando lo stesso si trovava ancora su un letto di ospedale. Il peggio sembrerebbe però essere superato e oggi l’ex olimpionico è tornato ad allenarsi in palestra nonché a raccontarsi. E così che ha parlato per la prima volta in pubblico di quanto accadutogli, ospite di una trasmissione russa presentata dalla popolare Lera Kudryavtseva, che non è riuscita a non commuoversi al sentire le parole dell’ex atleta.
ROMAN KOSTOMAROV: “QUANDO HO SAPUTO DELLE AMPUTAZIONI…”
«Come ho reagito quando mi è stato comunicato dell’amputazione? Ho iniziato a tossire senza sosta – ha raccontato in tv – ho solo pianto e ho capito che non c’era altra via d’uscita». E ancora: «Urlavo di dolore, come se fossi stato operato vivo. All’inizio non puoi sollevare la testa dal cuscino ed è anche difficile sollevare la gamba mozzata».
Kostomarov ha poi raccontato: «È tutto molto difficile, a casa mi tolgo le protesi e piango quando guardo sul cellulare i nuovi numeri che provo a fare con mia moglie Oksana. Devo accettare che questa è la mia condizione e che lo sarà per sempre. Non importa cosa riusciranno a fare i medici o quali protesi installeranno, niente potrà sostituire le mie braccia e le mie gambe. Puoi ancora vivere senza gambe, ma come puoi vivere senza braccia? Tutta la vita è costruita su questo. Mi sono tatuato sulla mano che la morte fa parte della vita. In realtà l’ho già riscontrato».