CORTE COSTITUZIONALE: ELEZIONI PRESIDENZIALI ROMANIA DA RIFARE
La Corte costituzionale della Romania ha annullato i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali 2024, dopo che i servizi di sicurezza nazionali avevano lanciato un allarme sulle possibili ingerenze e interferenze russe per favorire il candidato ultranazionalista Calin Georgescu. Questa storica decisione implica che il ballottaggio in programma domenica, nel quale il candidato indipendente di estrema destra avrebbe dovuto affrontare la rivale centrista Elena Lasconi, non avrà più luogo.
Appunto la Corte costituzionale ha annullato “l’intero processo elettorale relativo all’elezione del presidente della Romania“. In un comunicato stampa, il tribunale ha dichiarato che l’annullamento si basa sull’articolo 146(f) della Costituzione, sottolineando la necessità di garantire la correttezza e la legalità del processo elettorale.
La decisione è definitiva e vincolante, quindi impone al governo rumeno di riavviare il calendario elettorale. Si chiude così un ciclo elettorale travagliato in Romania, visto che la stessa corte la settimana scorsa aveva ordinato il riconteggio dei voti del primo turno.
“INTERFERENZE RUSSIA SU ELEZIONI PRESIDENZIALI 2024 IN ROMANIA”
Le polemiche, però, sono tutt’altro che chiuse, anzi questa decisione della Corte costituzionale in Romania è destinata a rendere ancor più tesa la situazione. Non solo perché tutto il processo elettorale va ripetuto (anche registrazione e convalida delle candidature), ma per le irregolarità che richiedono il totale riavvio. La sentenza arriva, infatti, in giorni in cui si dibatte su quanto emerso in merito alle presunte interferenze straniere: documenti declassificati del massimo consiglio di sicurezza rumeno hanno trovato prove di “attacchi ibridi russi aggressivi“.
Questi documenti hanno anche dimostrato che Georgescu è stato ‘promosso’ su TikTok, la piattaforma di social media su cui ha condotto la sua campagna elettorale, tramite algoritmi, account coordinati e promozione a pagamento con una gestione simile alle operazioni gestite dalla Russia in Ucraina e Moldavia. Inoltre, i documenti hanno rivelato una serie di attacchi informatici durante il periodo elettorale. Dunque, le autorità rumene hanno chiesto un’inchiesta sul ruolo della piattaforma nell’amplificazione del messaggio, suscitando timori sull’influenza dei social sui processi democratici.
COSA SUCCEDE DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Una nuova data per le elezioni presidenziali 2024 in Romania sarà stabilita dal governo dopo la pubblicazione della decisione in Gazzetta Ufficiale, peraltro inaspettata, perché la stessa Alta Corte nei giorni scorsi aveva invece confermato il risultato del primo turno, spianando la strada al ballottaggio. Ma in questi giorni c’è stata appunto la desecretazione di documenti riservati sulla sicurezza, da cui si evincono presunte ingerenze straniere, in primis della Russia.
Il governo ha 90 giorni di tempo per organizzare nuove elezioni, quindi potrebbero svolgersi a febbraio o marzo. “Questo sposta il processo indietro rispetto all’inizio. Spetterà ai candidati decidere se presentare le candidature e le autorità verificheranno se queste possono essere convalidate. Certamente le autorità si assicureranno che le interferenze straniere siano affrontate“, ha dichiarato Siegfried Muresan del partito conservatore PNL (PPE) a Euractiv.
Nel frattempo, il mandato del presidente rumeno Klaus Iohannis, in scadenza il 21 dicembre, sarà probabilmente prorogato a causa dello stato di necessità creato da questa situazione che non ha precedenti.