Romano Prodi, ospite a Piazza Pulita, ha parlato della tendenza del Governo di Giorgia Meloni a puntare il dito contro i cosiddetti poteri forti. In particolare, il riferimento è al duro attacco contro Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e monetari dal 2019 oltre che ex Presidente del Consiglio.



“Innanzitutto, dovremmo chiederci cos’è un commissario europeo. Io, quando ho fatto il presidente della Commissione Europea, ho giurato fedeltà all’Unione Europea. Rappresento il mio Paese, ma sono servo dell’Unione Europea. Per cui l’attacco a Gentiloni perché non fa gli interessi italiani è un po’ equivoco, bisognerebbe dimostrarlo”, ha sottolineato Prodi. Ma non solo. “In secondo luogo, mi sembra che quando le cose vanno male si tenda sempre a tirare fuori i poteri forti, qualcosa che non dipende da noi. Il tuono, il fulmine, il terremoto. In questo momento è un segno di preoccupazione che io vedo nel Governo, quando continuamente si sente perseguitato ma non dice chi è il persecutore”.



Romano Prodi: “Da presidente di Commissione sono stato servo dell’Ue”. Il deficit

Una delle paure del Governo di Giorgia Meloni potrebbe essere in particolare il debito pubblico, che verrà pesato a breve. “Il problema del deficit è superiore a quelle che erano le previsioni, è evidente già dai documenti a disposizione. Il contenimento degli equilibri finanziari è un problema serio. Le reazioni del mercato internazionale dipenderanno da come si definiranno questi obiettivi e le misure per mettere in ordine le cose”, ha affermato Romano Prodi.

E precisa: “In questi giorni la discussione si è spostata sul cambiamento delle regole del patto di stabilità. Bisogna cambiarle, per carità. Io stesso quando ero presidente della Commissione Europea ho avuto un sacco di grane per quello. Attenzione però se si tenta di descrivere questo fatto come per poi darci il permesso di una non disciplina finanziaria”. Questo, tuttavia, non avverrà. “Ci sarà una maggior flessibilità anno per anno, ma le regole non saranno più nel singolo anno. Esse saranno nell’ambito tra i 4 e i 7 anni. La disciplina deve essere conservata e il debito non deve aumentare, anzi deve leggermente diminuire”, ha concluso.