Tra economia e politica, Romano Prodi a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. L’ex premier si è soffermato sul ruolo dei partiti in questa delicata fase storica, rei di lasciare da solo il premier Mario Draghi: «Sbagliato nella misura in cui Draghi non può fare tutto da solo. I partiti scaricano, almeno temporaneamente, i problemi su di lui. Ma lui si può interessare solo di quelli più grandi. Invece loro li scaricano tutti su di lui. E se si fa riferimento a Draghi per qualsiasi cosa, dalle pensioni a cose micro, ai singoli problemi aziendali…».
Romano Prodi ha poi aggiunto sul punto: «Questo appartiene all’attuale fase storica. Ma è un’illusione che possano essere le singole persone a risolvere tutto. Credo molto al ruolo tecnico delle strutture ministeriali, che si è molto affievolito. Vanno rinforzate. Le nostre élite giovanili devono tornare a lavorare anche nei ministeri».
Romano Prodi: “Draghi non può fare tutto da solo”
Romano Prodi si è poi soffermato sulla gestione del Recovery Fund, che dal 2023 non sarà più tra le mani del “tecnico” Draghi: «Non lo possono fare neanche mettendosi in mano a un supertecnico. Anche per i partiti esiste un problema di squadra: di qualità e quantità della squadra. Non mi sembra che vi stiano dedicando molta attenzione. Naturalmente alla testa di tutto c’è sempre un politico: chi prende le decisioni e tiene gli equilibri fra i diversi partiti è sempre tale. Se poi ha anche competenze tecniche, molto meglio».