Il 1992 è stato un anno particolare per Romano Prodi e per l’Italia intera. Fin da quel ’92 in cui a pochi mesi di distanza hanno perso la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Un fatto tragico per molti di noi, dopo il quale ci adoperammo per convertire in legge il 41 bis”, ha detto l’allora Capo del Consiglio alcuni anni fa, ricordando quei tragici momenti. Rievocando anche quel particolare incontro con il capo del Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza (Cesis), il giorno dopo la strage di via d’Amelio. “Credevo che fosse venuto per darmi le prime informazioni sulla strage”, ha detto, riporta Il Fatto Quotidiano, “mi presentò invece l’elenco di tutte le auto a disposizione di cariche politiche: mi irritai un po’ e chiamammo Palermo per sapere su cosa si stava lavorando”. Oggi, sabato 23 maggio 2020, Romano Prodi sarà ospite di Aspettando le parole, in onda nel pre-serale di Rai 3. Sua l’intervista di apertura. La sua presenza Prodi l’ha sempre fatta sentire negli anni: sempre pronto e in prima fila in occasione dei molteplici anniversari della strage. Così come nel ’92 così come negli anni successivi. Antonio Ingroia nel suo libro Le trattative però ha delinato una visione del tutto diversa. In un’intervista di qualche tempo fa ad Affariitaliani, ha sottolineato infatti come il primo governo Prodi non si sarebbe impegnato a fondo, nonostante le grandi aspettative legate al periodo di insediamento. “Ci si aspettava sostegno e supporto all’azione giudiziaria perchè sembrava davvero che potessimo dare il colpo definitivo a Cosa Nostra“, ha dichiarato.



ROMANO PRODI: “L’EUROPA DEVE FAR SENTIRE L’APPOGGIO AI CITTADINI DEL MONDO”

L’ex presidente della Commissione Europea Romano Prodi ha una visione chiara per quanto riguarda le recenti parole del Pontefice. “Stupisce che tra gli osservatori non riconoscano questa accentuazione di enfasi sull’Europa impressa da Papa Francesco”, scrive, come riferisce Agensir, “l’uomo che viene dalla ‘fine del mondo’, che chiede di riscoprire lo
spirito della Dichiarazione di Schuman, nel suo settantesimo anniversario”. Secondo Prodi, ora più che mai è necessario che l’Europa faccia sentire il suo appoggio a tutti i cittadini del mondo, in sostegno degli Stati e del loro impegno per risollevare le sorti economiche di tutti. “Innanzitutto gli interventi di carattere squisitamente economico sono in una misura del tutto inimmaginabile solo fino a qualche mese fa“, ha aggiunto. Nei giorni scorsi, Prodi ha già avuto modo di esprimere la propria opinione sulle mosse da fare in futuro: accettare i soldi del Mes. Un’epoca di grandi timori per tutti i lavoratori italiani: l’incertezza del domani si fa sentire ogni giorno sempre di più. Dai ristoratori agli operai, nessuno escluso. Per Prodi è necessario rimettere in moto le macchine e dare il via ai decreti per affrontare la crisi nel breve periodo, già realizzati e pronti. Comprensivi di tutte le risorse possibili e fatti grazie ad un’analisi attenta anche del debito del Paese, oltre che delle risorse a disposizione per una nuova fase di crescita.

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