Domani uscirà per l’editore la sua autobiografia, oggi Romano Prodi ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera raccontandosi a tutto tondo. L’ex premier ha parlato della sua «strana vita», dettata da fatti esterni e non guidati, che lo ha portato a diventare ministro dell’industria prima  e leader del campo riformista poi, fino a Palazzo Chigi.



Passando alla politica di oggi, Romano Prodi ha spiegato che l’Italia può esprimere il suo ruolo solo se pesa in Ue e con Draghi è stato fatto un passo avanti: «Abbiamo recuperato in immagine internazionale, ci sono gli aiuti del Next Generation Plan. La Ue ha compiuto un grandioso passo avanti grazie alla conversione di Angela Merkel e della Germania. E grazie alla Brexit, senza la quale non ci sarebbe stato il ripensamento: ex malo bonum. Semmai, il problema è la Francia. Il nostro futuro è con gli Stati Uniti, ma l’Europa deve avere più forza nella Nato, e può farlo solo se la Francia mette a disposizione l’arma nucleare e il potere di veto all’Onu, rendendoli risorse non nazionali ma europee. Non è scontato: la Francia è un Paese particolare».



ROMANO PRODI E IL QUIRINALE

Romano Prodi ha poi messo in risalto che il destino politico e militare dell’Italia è con gli Usa, ma bisogna anche tenere conto degli interessi nazionali ed europei, per questo motivo è necessario dialogare con la Cina. Con Pechino «occorre trovare un modus vivendi» e questo dipende molto dalla Cina e dagli Usa, ha rimarcato Romano Prodi, poi tornato sulla bocciatura al Quirinale nel 2013: «Non c’era bisogno del no di Berlusconi per spingere una parte del Pd a farmi mancare i voti: è stata una fatica inutile! Mi dispiace soprattutto che in conseguenza di quell’episodio il Pd si sia ulteriormente diviso. E in questo senso il Partito democratico ci ha rimesso più di me. D’altra parte ho sempre ritenuto che non fosse cosa che facessi il capo dello Stato, tutto qui. E gli anni successivi sono stati forse per me i più belli della mia vita». Soffermandosi sulle imminenti elezioni del capo dello Stato, l’ex premier ha sottolineato di credere a Mattarella quando dice di non voler essere rieletto, mentre su Draghi ha evidenziato: «Dipende da cosa sceglierà di fare: se avere grande potere per un periodo limitato, o grande autorità per un tempo molto più lungo».

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