«Salvini si è imbertinottato»: così Romano Prodi ai microfoni del Corriere della Sera. L’ex presidente del Consiglio si è soffermato sulle ultime vicende politiche e non ha dubbi: «Il leader della Lega si è messo nella scia di Bertinotti». Il riferimento è al governo guidato da lui nel 1996: «Sindrome classica delle coalizioni. Fai una scelta drastica, come quella di Bertinotti di coalizzarsi con l’Ulivo. Poi cominci a perdere consensi e la cosa ti fa diventare matto. E allora alzi la posta. Ti impunti anche sul niente, ogni giorno di più. Ma attenzione: questo fa perdere voti, non guadagnarli».



Romano Prodi ha sottolineato che Draghi ha molte più riserve a differenza dei suoi tempi, allontanando l’ipotesi di una crisi a stretto giro di posta, per poi soffermarsi sul lavoro dell’ex presidente della Bce: «Dissi a Conte di fare presto perché il tempo stava finendo? Anche lui deve fare presto. Ma ha più tempo per vedere e mostrare al Paese i risultati positivi della sua azione, anche se tra pochi giorni, poche ore dovrà presentare il suo piano a Bruxelles. Con Conte si percepiva una tensione montante».



ROMANO PRODI: “IO AL QUIRINALE? NON HO L’ETÀ”

Dopo aver rimarcato di non vedere un cambiamento drammatico dal governo Conte a quello guidato da Draghi, Romano Prodi ha parlato della nuova linea del Partito Democratico targato Enrico Letta: l’ex premier ha spiegato che il nuovo segretario dem si è rafforzato ed accreditato in Europa, dicendosi fiducioso sul nuovo corso. Romano Prodi ha poi definito Giuseppe Conte «il cane pastore dei Cinque Stelle»: «Ma i cani pastore girano, vanno da una pecora, poi dall’altra. Ne mordono qualcuna riluttante al garretto per portarla dove c’è l’erba verde. E poi, quelle riluttanti sono già andate via: per ora meno del previsto, in realtà». Infine, una battuta sull’ipotesi di una sua corsa al Quirinale: «Non ho l’età, come cantava Gigliola Cinquetti: nel senso però che ne ho troppa, quasi 82 anni. E poi sono stato un uomo di parte, e in fondo lo sono ancora. Credo che su Mattarella influiranno la sua volontà e gli eventi. Personalmente lo sento il mio presidente della Repubblica. Mi rende tranquillo e credo che renda tranquilla l’Italia».

Leggi anche

SENTENZA OPEN ARMS/ E separazione delle carriere, le due anime di una partita ancora da giocare