Niente rimpasto di Governo e schiena dritta in Europa: questo il monito di Romano Prodi. L’ex presidente del Consiglio ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Repubblica ed ha esordito soffermandosi sul Mes: per il professore sono solo giochi politici, il fondo salva-Stati per la sanità «va preso, con o senza riforma». E, come dicevamo, si parla parecchio anche di avvicendamenti nella squadra del premier Conte: «Rimpasto? Già, pare un nome più adatto a un cibo per animali domestici che a un governo. Ma a parte le battute, con i rimpasti si sa come si comincia, ma non si sa come si finisce. E se non viene presentata un’alternativa di governo, lo si sa ancora meno». Romano Prodi ha evidenziato di non vedere proposte alternative, ma attenzione: i borbottii dei partiti possono diventare «una voce forte e poi un urlo che può trasformarsi in agonia».



ROMANO PRODI: “PARTITI GOVERNO IN DIFFICOLTÀ”

Nonostante la tensione delle ultime settimane, Romano Prodi ha rimarcato che il Governo non può permettersi una crisi, considerando anche le interessanti sfide all’orizzonte, a partire dal Next Generation Ue, «un progetto di enormi dimensioni e di drammatica urgenza». «Tutti i partiti hanno una crescente difficoltà nell’intermediare il rapporto fra cittadini e governo. Non si riuniscono nemmeno più. Fingono di avere un ring, ma non ci saltano sopra. Le forze politiche aiutino il governo, o lo incalzino. In un momento complesso come questo i partiti, se non hanno una linea comprensibile, capita dal Paese fanno danno solo a se stessi», il parere del professore a Repubblica. Romano Prodi ha poi parlato del Recovery Fund: «Innanzitutto bisogna evitare che ogni Regione e ogni ministro presenti la propria autostrada, il proprio acquario o la propria fiera. Servono invece pochi grandi progetti con un’unica strategia. Una strategia per l’ambiente, la digitalizzazione, le infrastrutture e l’ammodernamento delle strutture produttive. Progetti concreti, però, non capitoli di spesa».



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