Anche Romano Prodi demolisce il Green deal di Ursula von der Leyen, a partire dalle auto elettriche. Il grande federatore dell’Ulivo ne ha parlato a Piazzapulita, spiazzando quando gli è stato chiesto che la “religione verde” della Commissione europea non finirà per “regalare” l’Europa alla destra. «Se il Green deal è applicato senza buonsenso, sì. Ho dedicato molte energie all’ambiente, dal protocollo di Kyoto in poi, ma l’idea di puntare tutto su una tecnologia come l’auto elettrica o che da qui a pochi anni non si possano più produrre motori a combustione interna la trovo del tutto sbagliata», ha dichiarato il professore su La7, ospite di Corrado Formigli.
Un parere di non poco conto, considerando che Romano Prodi è stato presidente della Commissione europea, oltre che presidente del Consiglio italiano, dell’Iri ed è stato anche il primo ad aprire l’Europa ai cinesi, quindi il “pentimento” va preso seriamente. Il pericolo clima c’è, ma le politiche verdi che si stanno adottando non sono tutte necessariamente condivisibili. «Le politiche ambientali non possono essere solo italiane, né solo europee: tutti insieme facciamo il 7-8% dell’inquinamento. Quindi, bene se vogliamo fare la “nave scuola” ma attenzione, non possiamo andare oltre le nostre possibilità», ha aggiunto Prodi.
LE POLITICHE AMBIENTALI UE NON CONVINCONO NEPPURE LA SINISTRA
Neppure la sinistra sembra credere nelle misure per l’ambiente della Commissione europea. Con la legislatura che si avvia al termine, e tanti provvedimenti messi in cantiere dall’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen nell’ambito del Green deal sono stati rimessi in discussione. Anche a sinistra c’è chi non è affatto convinto di alcune delle misure chiave messe a punto dall’Europa in questi anni. Nello specifico, per Romano Prodi il rischio è di provocare nei cittadini la reazione opposta a quella desiderata, cioè il rifiuto delle politiche ambientali.
L’ex premier ha poi criticato l’ambiziosa agenda verde della Commissione Ue uscente, anche sotto il profilo più globale. Infatti, le politiche ambientale vanno ripensate insieme, vanno coinvolti più attori. Ma questa è solo l’ennesima critica rivolta alla presidente della Commissione europea, che da quando ha annunciato la sua ricandidatura alla guida dell’esecutivo europeo viene bersagliata da critiche.