L’Europa ha bisogno di un «risveglio delle coscienze» da parte dei credenti, il cui contributo ha «un’influenza sempre decrescente». Ne è convinto Romano Prodi, secondo cui l’Unione europea «è il più buon pane mai inventato, ma è un pane mezzo cotto e non piace». L’ex premier, che è stato anche presidente della Commissione Ue, ne parla a un convegno di Azione cattolica, Meic, Fuci e Mieac, realtà europee ed europeiste che vedono crepe profonde nella costruzione comunitaria incompiuta. «Nessuno fa la battaglia per cuocerlo», afferma Prodi in merito a quel pane “mezzo cotto” che è l’Europa. Il fondatore dell’Ulivo, ora presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, come riportato dall’Avvenire osserva che l’Europa «aveva una disomogeneità totale nei valori religiosi, culturali, civili».
Riguardo il progressivo “picconamento” delle radici comuni, per Prodi, «si è inserito violentemente il fenomeno delle migrazioni, in cui il sottofondo religioso ha giocato un ruolo negativo e non di avvicinamento». Prodi evidenzia che «chiunque picchia in testa ai migranti vince le elezioni», ma ciò vale anche negli Stati Uniti. Per l’ex premier in Europa serve un contributo credente, cattolico, religioso e interreligioso.
PRODI “FRANCIA SAREBBE DECISIVA PER L’UE MA PENSA ALL’ABORTO IN COSTITUZIONE”
Romano Prodi chiede interventi forti del mondo cattolico sul futuro dell’Europa. In sala c’è sicuramente l’eco di quanto accaduto in Francia, che ha costituzionalizzato il diritto all’aborto, ma l’ex premier pensa anche al riarmo della Germania, che può causare nuovi squilibri nell’Ue. «La Francia sarebbe decisiva nel grande salto in avanti dell’Europa e la battaglia invece è mettere nella Costituzione l’aborto… L’ho trovato del tutto al di fuori del ruolo che hanno sempre avuto, che è proprio quello di “cuocere” l’Europa». Si accumulano fratture e divisioni, che il mondo cattolico italiano ed europeo dovrebbe provare a ricucire.
Per la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia è intervenuto Luca Pierantoni, capo del settore politico, con uno sguardo pragmatico sul peso della futura pattuglia italiana all’Europarlamento: «In un contesto molto polarizzato, i nostri deputati hanno invece una propensione positiva a dialogare tra loro». Questo potrebbe essere importante sui futuri equilibri a Bruxelles. Un altro aspetto che rende ancor più importanti le prossime elezioni europee.