L’APPELLO DEL CAPOGRUPPO LEGA ROMEO AL GOVERNO: “USIAMO LA PRESIDENZA G7 PER FAVORIRE NEGOZIATI IN UCRAINA”

Con la presidenza italiana nel G7 il Governo potrebbe ben presto “sfruttare” la posizione per favorire i negoziati Ucraina-Russia, inseguendo quella pace negli ultimi due anni mai raggiunta: è la posizione del capogruppo della Lega al Senato, Massimilano Romeo, intervistato da “La Verità” pochi giorni dopo l’ordine del giorno a Palazzo Madama sulla proroga delle armi a Kiev. In quell’occasione – come poi spiegato in esclusiva ai nostri microfoni – il leghista aveva impegnato il Governo a confermare tutto l’aiuto a Zelenski anche per il 2024 ma chiedendo di impegnarsi anche per la pace sfruttando ogni elemento diplomatico possibile. “Fagocitato” dalle polemiche, Romeo oggi ritorna sul concetto e insiste spiegando come l’odg nella parte dell’impegno del Governo è stato confermato in aula: «è corretto sostenere la resistenza ucraina per evitare che la Russia dilaghi e arrivi a minacciare l’Occidente».



Di contro però, sottolinea Romeo, ora che Meloni è presidente di turno del G7 per tutto il 2024, la Lega si aspetta da tutto il Governo «uno sforzo per far comprendere a tutte le forze in campo che occorre pensare seriamente ad un negoziato». Secondo il capogruppo della Lega, l’Italia ha il dovere di assumere questo ruolo diplomatico, proprio in virtù della sua storica tradizione di «Paese mediatore». La guerra non può concludersi per via militare, almeno questo è la considerazione della Lega di Salvini e in generale di molta parte della diplomazia internazionale dopo il protrarsi estremo della guerra in Ucraina (il 24 febbraio prossimo saranno 2 anni esatti, ndr): «Quando ho espresso questo concetto un anno fa, mi accusarono di essere un collaborazionista filoputiniano. Oggi ci accorgiamo tutti che la guerra non si risolverà con le armi», rivendica Romeo da sempre schierato su posizioni meno “guerrafondaie” ma più orientate al tema del dialogo, da non confondersi però con il “pacifismo” che intende abbandonare ogni sostegno all’Ucraina per far terminare la guerra.



MASSIMILIANO ROMEO: “ILARIA SALIS? LA SINISTRA STRUMENTALIZZA E DIMENTICA GLI ALTRI ITALIANI DETENUTI ALL’ESTERO”

Il capogruppo della Lega al Senato ripete quanto detto nei giorni scorsi dal Ministro della Difesa Crosetto (FdI), così come le ultime mosse dell’Amministrazione Biden in America: «Lo ha annunciato il ministro Crosetto in aula, lo hanno capito anche negli Stati Uniti. Prima iniziamo a fare una trattativa sul piano politico, prima potremo porre le basi per una tregua», spiega ancora Romeo a “La Verità”, sottolineando come “guerra chiama guerra” e così si rischia di estendere a livello internazionale le tensioni già oggi presenti in Oriente, nel Medio Oriente, in Cina, in Africa e così via. Romeo è convinto che la libertà dell’Occidente deve sempre essere difesa da ogni aggressione ma è proprio per evitare la “stanchezza” di una fine della guerra che lasci pieni poteri alla Russia di Putin che serve un modo per trovarsi al tavolo a trattare di pace.



Dagli States non solo Trump è di questo avviso, annota ancora il leghista: «anche sulle riviste specializzate legate al Pentagono si parla da tempo di uno stallo in cui difficilmente si potrà intravedere un epilogo sul piano militare. È l’intera America a comprendere i rischi di una guerra che rischia di prolungarsi per anni». Un pensiero finale, rimanendo sul fronte internazionale, Romeo lo dedica al caso di Ilaria Salis e alle polemiche delle opposizioni in Italia contro Orban e contro la prossima alleata nel gruppo ECR-Conservatori, ovvero la Premier Meloni: «come Lega abbiamo sempre chiesto la piena garanzia dei diritti umani secondo le convenzioni europee e in questa vicenda il Governo si è mosso in tempi rapidi. Ma il caso Salis è stato chiaramente strumentalizzato dalla sinistra italiana». Secondo il capogruppo, il fatto che Salis sia attivista anarchica e con nel mirino Orban è stata un’occasione ghiotta per le opposizioni per attaccare Salvini e Meloni: «In tanti altri casi di italiani detenuti all’estero, peraltro, non ho visto tutta questa attenzione: penso tra gli altri, a Filippo Mosca, il ventinovenne incarcerato in Romania, in condizioni disumane. È la solita storia: ci sono prigionieri di serie A – cioè di sinistra – e tutti gli altri di serie B».