Massimiliano Romeo (capogruppo della Lega al Senato) e Francesco Boccia (Pd) si sono scontrati, seppur con toni calmierati e rispettosi, sul ring di “Porta a Porta” nel corso della serata di ieri, martedì 4 maggio 2021. Oggetto della contesa, il tanto chiacchierato Ddl Za, in merito al quale il rappresentante del Carroccio ha asserito: “Domani (oggi, ndr) presenteremo un nostro disegno di legge per discutere del tema. Se vogliamo aumentare le pene per coloro che discriminano le persone in base al loro orientamento sessuale, alla loro disabilità, alla loro etnia o religione, noi siamo d’accordo. Cosa non va? Non c’è solo l’omotransfobia al centro del Ddl Zan, ma anche la questione legata all’identità di genere. Altra cosa: lasciamo stare fuori la scuola, non si può imporre un modello, ciascuno si sceglie quello che preferisce”.
Di fronte a queste dichiarazioni, Boccia ha replicato così: “Non facciamo l’errore di usare tutto per fare politica. Se tu consenti alla scuola di insegnare a capire cos’è la condizione sessuale, se tu accompagni i nostri figli, forse tutti insieme facciamo un salto di qualità. Se la Lega dice che le cose inserite nel Ddl Zan incattiviscono la cultura e diventano regressive, dice una cosa falsa e distante dal sentimento che oggi bambini e ragazzi hanno. Il problema è che il presidente della commissione che valuta questo testo è della Lega e, anziché fare l’arbitro imparziale, si è messo la maglietta da giocatore e decide tutto lui…”.
SCONTRO TRA ROMEO E BOCCIA: “MENO ARROGANZA”
Massimiliano Romeo ha quindi nuovamente preso la parola a “Porta a Porta”, lanciando frecciate all’indirizzo di Francesco Boccia: “A differenza di Fedez io le leggi le leggo… La legge Mancino punisce il reato d’opinione, se vuoi ti cito anche l’articolo. Il Ddl Zan è arrivato dalla Camera al Senato al novembre dell’anno scorso, ma nel Governo Conte nessuno si è sognato di chiederne la calendarizzazione. Con Draghi, invece, sì. Se la regola vostra è ‘o Ddl Zan o morte’, farete la fine di Conte!”. A quel punto Boccia ha voluto porre un freno a questa diatriba, rispondendo come segue: “Consiglio meno arroganza, perché arriva sempre il momento della verità davanti al popolo e agli elettori, come sai. A novembre è stato trasmesso – in piena manovra di bilancio – il lungo travaglio di questo Ddl al Senato, ma poi è iniziata la crisi. Segnalo comunque il passo in avanti fatto dalla Lega, adesso fatene un altro e consentite al Senato di votare”.