Neverland, l’isola che non c’è e da qualche giorno anche il ranch che non esiste più: con una vendita di gran lunga inferiore a quello che un tempo era il suo valore stimato, il ranch californiano nella Contea di Santa Barbara che è stato anche la residenza di Michael Jackson è diventato ufficialmente di proprietà del miliardario statunitense Ron Burkle. Ad alcuni anni di distanza dalla tragica e prematura morte della stella del pop ha così fine l’utopia e anche quel sogno voluto da Jackson che aveva acquistato la tenuta nel 1988 trasformandola di fatto in un gigantesco parco a tema in cui era solito ricevere i propri invitati e i bambini malati.



E proprio attorno a Neverland si è generato uno dei casi mediatici che più hanno nuociuto all’artista e poi ai suoi eredi, con le accuse di ripetuti abusi perpetrati nel ranch a carico di due giovani ragazzi; come è noto, alla fine tutti i capi d’accusa a carico di Jackson sono caduti ma sull’imponente residenza resta comunque l’ombra della vicenda e oggi hanno un suono nostalgico le parole che una volta lo stesso ballerino pronunciò (“Non venderò mai e poi mai Neverland, perché Neverland sono io”) a proposito del ranch.



NEVERLAND RANCH DI MICHAEL JACKSON ‘SVENDUTO’ PER 22 MLN DI DOLLARI

A quando si apprende Ronald “Ron” Wayne Burkle, fondatore di The Yucaipa Companies, è un vecchio amico delle famiglia Jackson ma questo non diminuisce l’eco mediatica della notizia dato che la vendita di Neverland rappresenta un altro piccolo pezzo di memorie e di quell’immaginario collettivo che l’artista aveva costruito e si era lasciato alle sue spalle. Ma, oltre alla “fine del sogno”, come hanno titolato alcuni siti e altri media oltreoceano, a far discutere è soprattutto il fatto che la tenuta da 4mila metri quadrati resa ancora più celebre dal documentario “Leaving Neverland” sia stata venduta ad almeno 78 milioni di dollari meno del suo reale valore e della precedente richiesta fatta dagli eredi nel 2015.

La diretta conseguenza è stata una rivolta sui social e non solo dei fan di Jackson anche se da più parti si fa notare che proprio quell’ombra dei presunti abusi che sarebbero stati perpetrati in passato al suo interno potrebbe aver fatto crollare il prezzo dai 100 milioni iniziali. Così finisce, con una svendita di 78 milioni, il sogno dell’eterno bambino che non voleva crescere e che ci ha lasciato anzitempo nel 2009 per una overdose.