Ron, Rosalino Cellamare, non perde la voglia di pubblicare album. E, in occasione del suo 50° anno di carriera, fa uscire il primo disco di 13 inediti che si intitola “Sono un figlio”. In realtà gli anni di carriera sono 52, da quel “Pa’ diglielo a ma’” in duetto con Nada a Sanremo del 1970. E di Sanremo parla nell’intervista concessa a L’Avvenire, nella quale presenta il suo ultimo lavoro che “lo fa sentire figlio” anche se in un pezzo fa il padre. È il duetto con Leo Gassman, del quale Rosalino Cellamare è rimasto colpito dopo la partecipazione a Sanremo di due anni fa.



Il nuovo disco di Ron si apre con l’incontro di suo padre Savino con sua madre durante la Seconda Guerra Mondiale. Lui scappava dai tedeschi e sua madre lo trovò in cantina. Si intitola “La stessa persona”: Ron riconosce che da quell’incontro è nato tutto, compreso lui. Come figlio è stato “apparentemente dolcissimo“, ma da ragazzo faceva cose che oggi definisce “allucinanti”, a discapito dei compagni di giochi. A sua volta, Ron ha qualche rimorso per non essere mai diventato padre: “Ho un nipotino nato da poco che si chiama Gioele e questo mi ha fatto un po’ pentire di non aver avuto un figlio“.



Ron e il pensiero di tornare a Sanremo…

Ron nel suo disco parla un po’ di tutto ciò che oggi lo circonda. In “Annina” di una ragazza che non si piace e che non si sente a suo agio, ma c’è spazio anche per l’amore per la Terra in “Abitante di un corpo celeste”, il brano che ha anticipato l’uscita dell’intero album. “Questo corpo celeste – il pianeta, n.d.r. – a cui gli uomini stanno facendo di tutto“, compreso minacciarlo con il nucleare dopo aver appena vissuto una pandemia. “Stavo per impazzire – ammette Ron -. Poi piano piano ho cominciato a chiamare persone che stimo per fare questo disco“. Così, Ron ha avuto conferma che la musica salva anche dalla solitudine del Covid e dalle delusioni di Sanremo.



Ci sono stato otto volte e ne ho vissuti di bellissimi – ricorda –, ma anche di disastrosi, come quello di cinque anni fa quando sono stato eliminato con ‘L’ottava meraviglia’, che mi sembrava una bella canzone, come ‘Il cuore è uno zingaro’“. Per il prossimo Sanremo, Ron non ha ricevuto chiamate: “Ma il problema del Festival è che mancano proprio le canzoni, oggi si punta tutto sui personaggi. Io – conclude nell’intervista a L’Avvenire – non ce l’ho con Sanremo, ma mi piacerebbe che tirasse fuori la musica“.