Spesso le rock star sono ricordate più per la vita privata che per le performance musicali. Passano come meteore senza lasciar traccia.

Non è certo questo il caso di Keith Richards e Ron Wood che hanno sempre deliziato i fans con i celebri riff e giri di basso ma con una vita costellata da avvenimenti e aneddoti al limite del verosimile che non basterebbero dieci libri per raccontarle tutte.

In particolare, ciò che colpisce è che uno dei migliori chitarristi al mondo abbia rischiato di morire circa dodici volte. Ciò a causa dello smodato e reiterato uso di droghe. Insomma sette vite come i gatti e un po’ di fortuna, gli hanno fatto guadagnare la fama di “immortale”, di un altro pianeta.

Anche ora che sembra sceso a più miti consigli, parlare dell’argomento non lascia Richards indifferente portandolo ad affermare come sia stata “la peggior esperienza della mia vita”, ribadendo che quella con le droghe è stata un’esperienza che non ha affatto accresciuto la sua creatività, a differenza di quanto sostengono altre rock star.

A dirla tutta non ho mai creduto realmente che le droghe stimolassero la creatività. Ad un certo punto della mia vita, poi, ho capito che mi stavo concentrando troppo su queste sostanze e i miei esperimenti con le droghe si stavano prolungando fin troppo. La verità è che ci sono persone che riescono a gestire queste situazioni ed altre semplicemente no. Quando certe sostanze diventano più importanti della tua famiglia, degli amici o della musica, allora significa che hai appena perso la tua battaglia.”

Aggiungendo in un’intervista al settimanale Rolling Stone di averle provate quasi tutte.

Un altro Stones che ha cambiato radicalmente stile di vita è l’altro chitarrista Ron Wood. Siate sinceri, ma voi lo immaginate seduto a sferruzzare a maglia sul divano? No, non è fantascienza ma è il modo i cui Wood passa ormai le sue serate lontano da droghe e alcolici. “Mi piace lavorare a maglia”, ha confessato infatti il 73enne Wood nel corso dell’intervista per il podcast “Tea with Twiggy” – .

Ero abituato a tenere il rotolo della lana per mia mamma e lei mi ha insegnato il punto dritto e lo faccio ancora oggi, lavorando a maglia un sacco di sciarpe per amici e parenti”.

Il risultato è che Wood si è dato ad una vita decisamente più tranquilla insieme alla moglie ed alle due figlie dopo aver trascorso un periodo in clinica per disintossicarsi.

L’unica cosa di cui non posso fare a meno è il caffè. Ho un debole per quello forte, espresso. A quello non rinuncio”, ha detto.

A quando il cappellino di lana per Jagger e Watts?