A quasi due mesi di distanza dall’arresto, Ronaldinho ha rilasciato qualche dichiarazione sull’esperienza in carcere concedendo un’intervista a ABC Color. Riavvolgiamo il nastro: all’inizio di marzo l’ex campione brasiliano si trovava in Paraguay insieme al fratello e procuratore Roberto De Assis, ma i due sono stati arrestati per possesso di passaporti falsi. Condotti in prigione, sono poi stati rilasciati dietro il pagamento della cauzione: in merito a questo era emersa un’indiscrezione secondo cui a “liberare” Ronaldinho fosse stato l’ex compagno di squadra Leo Messi, ma la stella del Barcellona ha prontamente bollato come fake news la voce. Ad ogni modo, da circa 20 giorni i fratelli sono agli arresti domiciliari: sempre ad Asuncion, presso l’Hotel Palmaroga. “Siamo venuti in questo Paese attraverso alcuni contratti gestiti direttamente da mio fratello” ha raccontato Ronaldinho, specificando come gli eventi fossero il lancio di un casino online e del libro Craque da Vida.



RONALDINHO, IL RACCONTO DEI GIORNI IN PRIGIONE

L’ex campione del Barcellona ha confessato di essere rimasto sorpreso alla notizia che i documenti con i quali lui e Roberto viaggiavano erano falsi; “da quel momento in poi abbiamo collaborato con la giustizia per chiarire le cose, spiegando passo per passo quando era accaduto”. Ronaldinho ha rivelato come la carcerazione sia stata un brutto colpo, che non si sarebbe mai immaginato: “Durante la mia vita ho cercato di arrivare ad altissimi livelli come professionista, portando felicità alla gente grazie al mio calcio”. Il verdeoro ha poi raccontato come ha trascorso il periodo di detenzione insieme al fratello, anticipando subito di aver sentito il calore, l’amore e il rispetto di tutto il popolo del Paraguay. Questo,fin dal primo giorno in cui è arrivato nel Paese; “le persone che ho conosciuto in carcere mi hanno ricevuto con grande affetto” ha confessato, rivelando come in quei giorni si sia dedicato a fare quello che di solito faceva come calciatore.



Raccontavamo infatti di come Ronaldinho avesse preso parte ad alcuni tornei organizzati all’interno della prigione; “Per me giocare a calcio e firmare autografi, scattare fotografie con la gente è sempre stato normale, fa parte della mia vita e quindi non avevo alcuna ragione di smettere di farlo”. Anzi, in quel contesto per lui c’era una ragione in più: aiutare in qualche modo, anche solo con un sorriso, tante persone che stavano vivendo un momento difficile proprio come lui. Infine, Ronaldinho ha anche rivelato quello che farà per prima cosa una volta che la brutta situazione sarà finita e potrà tornare in patria: “Darò un bacio grande a mia madre che, da quando è iniziata la pandemia da Coronavirus, sta vivendo giorni difficili a casa”. Inoltre, ha detto l’ex campione, dovrà assorbire l’impatto provocato dal suo arresto e “andare avanti per la mia strada con fede e forza”.

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