Daspo annullato dal Tar della Lombardia per il trapper Rondo da Sosa: il provvedimento di cui l’artista era destinatario dall’agosto 2021 lo avrebbe tenuto lontano dai locali pubblici fino al 2023, a seguito di disordini registrati all’esterno del locale milanese Old Fashion il 12 luglio dello scorso anno e sfociati in “zioni violente“, ma per la giustizia amministrativa deve potersi esibire in quanto la possibilità di accesso a tali luoghi è per lui fondamentale ai fini professionali.



La decisione riguarda il giovane trapper Mattia Barbieri, noto nel settore con lo pseudonimo Rondo da Sosa: secondo il Tribunale amministrativo regionale lombardo, il ricorso del trapper va accolto per “la mancata considerazione delle esigenze lavorative dell’interessato“. Il questore di Milano, si legge in sentenza, aveva adottato la misura del cosiddetto daspo urbano “Willy” nei confronti di Rondo da Sosa “ritenendolo pericoloso per l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica”. Nel dare corso al provvedimento, era stato ritenuto sintomatico di un atteggiamento di disprezzo per le regole del vivere civile “un video postato sui social network in cui egli sale prima sul cofano e poi sul tettuccio di una autovettura della Polizia di Stato, pronunciando frasi ingiuriose contro le istituzioni”.



Tar annulla daspo per Rondo da Sosa: cosa dice la sentenza a favore del trapper

La sentenza del Tar lombardo, presidente Domenico Giordano, accoglie il ricorso presentato dai legali del trapper 20enne Mattia Barbieri, alias Rondo da Sosa, e annulla così il daspo urbano disposto a carico del cantante nel 2021. Un provvedimento che, per la durata di 2 anni, gli avrebbe vietato l’accesso ad ogni locale di pubblico trattenimento e ad ogni esercizio pubblico di somministrazione di alimenti e bevande“, compresa la sosta nelle immediate vicinanze degli stessi, su tutto il territorio del Comune di Milano.



Fino al 2023, per Rondo da Sosa doveva dirsi interdetto l’accesso invece ora il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ribalta tutto e specifica che tale provvedimento non teneva conto delle “rappresentate esigenze lavorative” del giovane. Nelle motivazioni della sentenza, il Tar lombardo sottolinea come il trapper sia “un esponente di spicco della scena musicale rap/trap italiana, pertanto, la possibilità di accedere a discoteche, pub e luoghi di ritrovo risulta fondamentale affinché possa svolgere l’attività di cantante“. In definitiva, per il Tar il ricorso della difesa del giovane “è fondato” e per questo è stato accolto. Ma c’è di più: nella sentenza del Tar è inoltre sottolineato come non sia sufficiente il “riferimento a singole autorizzazioni, di volta in volta rimesse ad un apprezzamento discrezionale dell’amministrazione” per esibirsi: questo, a detta del tribunale, non consente infatti all’interessato di sviluppare “una concreta programmazione lavorativa” e tende a ledere il diritto all’esercizio della sua professione.