Rosa Belotti è stata accusata dalla Procura di Firenze di avere commesso la strage di via Palestro a Milano. E non ci sta: ne parla con rabbia ai microfoni del “Corriere della Sera”. Lei, da oltre trent’anni al fianco del pregiudicato Rocco Di Lorenzo, ne ha passate tante, ma questa volta non riesce a tacere. Le viene attribuito, del resto, un episodio risalente al 27 luglio 1993 e nel quale hanno perso la vita cinque persone e altre 13 sono rimaste ferite. In particolare, come si legge sul quotidiano sopra menzionato, Belotti avrebbe parcheggiato la Fiat Uno carica di esplosivo e l’ipotesi di reato è strage in concorso con mafiosi già condannati come Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Matteo Messina Denaro, con l’aggravante dell’aver agito per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine costituzionale e per agevolare l’attività di Cosa Nostra.
Ma come si è giunti a sospettare di lei in relazione alla strage di via Palestro? Colpa di “una fotografia trovata in una perquisizione ad Alcamo, nel 1993, comparata con le foto segnaletiche nel database del Ros attraverso le ultime tecnologie. Questa ha portato al suo volto”. Alle 7 di mercoledì 2 marzo, i carabinieri le hanno suonato al citofono: “Erano in tanti, ma sono abituata. D’istinto ho spiegato che mio marito non c’era, pensavo cercassero lui. Mi hanno risposto: legga. Dopo le prime righe del decreto di perquisizione non sono più stata capace di andare avanti. Non sono io, dove andavo io? È inconcepibile una cosa del genere, lo è nel mio stile di vita: non riesco a uccidere nemmeno le cimici, apro la finestra e le faccio uscire. Non accetto accuse del genere, perché gente così la metterei in mano alla piazza, non basta il carcere”.
ROSA BELOTTI E LA STRAGE DI VIA PALESTRO: “NON SI PUÒ ROVINARE LA VITA ALLE PERSONE IN QUESTO MODO”
Nel prosieguo del suo intervento sulle colonne del “Corriere della Sera”, Rosa Belotti ha asserito di poter dire al 500 per 500, al 1000 per 1000, al 10.000 per 10.000 che il giorno del delitto di via Palestro lei a Milano non c’era: “Sono tutte falsità. Non si può rovinare così la vita delle persone”. Ilaria, figlia di Rosa, ha aggiunto: “Lavoro tutto il giorno in fabbrica, mia mamma è una nonna a tempo pieno. Ma se fossimo persone così, davvero crede che andremmo a lavorare per mille euro al mese? Mio marito Mimmo fa le notti”. a
Intanto, Rosa Belotti piange: “Ho una mamma di 87 anni, come reagirà? Mi sembra un incubo, da cui vorrei svegliarmi. I carabinieri mi hanno sequestrato tutte le vecchie fotografie. Ma va bene, che scavino nella mia vita, negli abissi più profondi. Io ho la coscienza pulita”. Il suo avvocato, Emilio Tanfulla, per ora non parla: “Discuteremo con gli inquirenti”.