Rosa Della Corte, l’omicidio del fidanzato Salvatore Pollasto

Rosa Della Corte aveva 18 anni il 4 di aprile del 2003 quando a Casandrino, in provincia di Napoli, fu trovato il corpo senza vita del fidanzato 24enne Salvatore Pollasto, militare a Trento ma in licenza per trascorrere del tempo con la famiglia e con la giovane alla quale era legato da cinque anni. Del caso si tornerà a parlare in tv nella seconda serata di lunedì 26 e martedì 27 luglio, nel programma “La modella assassina” in onda su Crime+Investigation. Ad occuparsi in passato del delitto di cui fu accusata proprio Rosa Della Corte, fu anche Franca Leosini nella sua trasmissione Storie Maledette.



Nessun dubbio emerse dalle indagini nè da tre differenti corti chiamate a giudicare quanto accaduto la sera del 2003 e che riconobbero un unico assassino. Stando a quanto ricostruito e rammentato ora da Sette del Corriere della Sera, Salvatore e Rosa si trovavano insieme il giorno del delitto. Lui era nervoso per via della gelosia nei confronti della fidanzata e per l’intromissione nella loro storia di un certo Luciano. Nel tentativo di calmarlo, la giovane lo aveva convinto ad appartarsi in una stradina solitaria ma proprio nel bel mezzo di un rapporto sessuale Salvatore fu colpito con due coltellate al torace che, secondo il medico legale, furono sferrate da qualcuno che sedeva sul sedile del passeggero. A quel punto Rosa gli aveva preso cellulare e portafogli (ma non l’orologio ed un bracciale di valore) allontanandosi indisturbata. A vederla in piena notte fu un metronotte. Rientrata in casa avrebbe lavato i vestiti con la candeggina e sarebbe andata a dormire. Poco tempo dopo l’omicidio del fidanzato, Rosa avrebbe poi ripreso a frequentare uomini (e anche una donna) con cui aveva avuto frequenti relazioni durante le assenze del ragazzo.



Rosa Della Corte, la sua versione dei fatti

Nonostante i numerosi indizi contro di lei, Rosa Della Corte ancora oggi fornisce una ricostruzione del tutto differente: quella sera era con Salvatore nella stradina appartata, proprio nella posizione in cui sarebbe stato ritrovato senza vita ma, di punto in bianco, si sarebbe arrabbiato e le avrebbe chiesto di scendere dall’auto, chiudendosi dentro. Lei, quindi, aveva fatto ritorno a casa. Secondo Rosa il metronotte si era sbagliato sull’orario dell’avvistamento ed i vestiti lavati con la candeggina in piena notte li aveva giustificati per la sua ossessione per l’igiene. A suo dire il delitto del ragazzo sarebbe avvenuto dopo il suo allontanamento, da parte di un rapinatore, o forse di uno dei camorristi che frequentava.



Nel corso della trasmissione, Rosa Della Corte racconta un aneddoto legato al padre, oggi ormai morto. All’epoca della sua condanna era così disperato che aveva deciso di vivere in auto appostandosi proprio davanti al carcere di Pozzuoli dove lei era detenuta ed ogni giorno chiamava il suo nome e si disperava per lei: “Si era ridotto a vivere come un barbone a causa mia e gli vorrei chiedere scusa”. Per molto in quel periodo, Rosa divenne la mantide di Casandrino ed anche di fronte alle numerose evidenze lei continua a parlare di errore giudiziario. La donna è stata condannata per una evasione nel 2015 quando circuì il fratello di una detenuta scappando con lui. Fu trovata in casa di un altro. Di recente è stata condannata a 13 anni in Appello per il tentato omicidio di una agente di polizia penitenziaria, sebbene a processo abbia detto di non aver mai voluto ucciderla.

La visione della sua vita

Adesso, prima che l’ultima condanna diventi definitiva, Rosa Della Corte spiega com’è la sua vita. Racconta che sarebbe potuta diventare una modella ma non ci sarebbe riuscita a causa delle molestie dei maschi. A suo dire sarebbe stata accusata ingiustamente dell’omicidio di Salvatore e di aver sofferto di depressione e disturbi alimentari. Ha anche raccontato di essere stata abusata in carcere sebbene questo non sia mai stato accertato.

E l’evasione? Sì, quella sarebbe avvenuta davvero ma per debolezza, come si legge su Sette. Mentre l’ultimo episodio criminale lo definisce solo un equivoco. Anche di fronte all’evidenza, Rosa avrebbe deciso di fornire la sua versione rispetto ad ogni aspetto della sua vita senza forse riuscire a confessare neppure a se stessa determinati atti.