Durante l’emergenza Covid, Rosa Maria Esilio è rimasta a Roma lontana dalla famiglia, lavorando sempre, “perchè non potevo perdermi le eventuali udienze”, ha ammesso. Nel lungo racconto la vedova di Cerciello Rega ha però parlato anche di un fatto molto brutto: il ricevimento di messaggi in cui il marito veniva definito dagli amici degli americani attualmente a processo per la sua morte “feccia della società” e che “ha avuto ciò che meritava”. Si tratta di messaggi “arrivati in forma privata dopo la morte di Mario” ma che ora intende rendere pubblici “perchè in tutto questo tempo è stato un deviare la memoria di Mario, non si è portato rispetto di nulla, si sono create storie attorno a un ragazzo di altri tempi pieno di valori morto facendo il suo servizio, è stata attaccata continuamente la sua mamma Arma”. A detta della donna, “anche la diplomazia deve stare da parte, Mario merita la sua giustizia”. Ed è proprio la giustizia ciò che più desidera oggi Rosa Maria: “Come posso non credere nella giustizia? Mario ogni giorno scendeva per fare il suo lavoro, ci credeva, è morto per questo, per assicurare i criminali alla giustizia, come, io non posso credere nella giustizia? Io sono qui a onorarlo, c’è bisogno di giustizia, è fondamentale”. Rosa Maria ha inoltre ricordato la grande solidarietà sotto forma di lettere giunte da tutto il mondo: “Mario era un carabiniere, un uomo, un marito, un fratello, la separazione da lui è stata così violenta che ritrovarlo in queste lettere spesso mi ha commosso così tanto e non posso che ringraziare per la solidarietà”. Adesso cosa resta? “Ora bisogna solo pregare per la sua anima, che trovi pace”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“GLI CHIUSI IO GLI OCCHI, ORA SONO SUA CUSTODE”

La giovane vedova di Mario Cerciello Rega, Rosa Maria, ha ricordato la particolare storia dell’uomo che aveva sposato appena un mese prima di perderlo per sempre: “Lui ha coronato il suo sogno entrando nell’arma il 21 novembre 2008, pochi mesi dopo perse il padre e da quel momento lui ha dedicato la sua vita con grande sacrificio cercando di non far mancare nulla alla madre al fratello e alla sorellina. Era un pilastro, una colonna, non solo sul lavoro ma anche umanamente”. Mario, come raccontato con sofferenza chi era per lei Mario: “Era di una energia travolgente, era un treno che portava tutti con sè, aveva una voglia di vivere che ce la trasmetteva, la sua giornata era impegnata, non sapeva stare senza far nulla”. La donna ha ricordato poi la tragica sera del delitto, il momento più difficile del racconto: “lui mi ha sempre promesso di fare ritorno a casa”, ha spiegato. Quella volta però andò diversamente: la vedova ha ricordato la 11 coltellate inflitte: “11 volte, ma che necessità c’era?”, ha chiesto in lacrime. “Quella notte ho dovuto prendere un taxi per la prima volta nella mia vita, sono arrivata in ospedale a vedere quello che mai avrei voluto vedere, l’amore della mia vita con un lenzuolo addosso, gli ho chiuso io gli occhi per sempre, nessuno può capire, mi rendo conto”. Poi ha aggiunto: “Sono la custode della sua memoria e del suo onore”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“MARIO, UOMO D’ALTRI TEMPI: QUANTI SACRIFICI…”

“Era un amore viscerale anche se il nostro rapporto è stato per la maggior parte a distanza, noi eravamo connessi continuamente”, racconta Rosa Maria Esilio in una intervista esclusiva per La Vita in Diretta Estate trasmessa integralmente nella puntata di oggi 24 luglio. La donna ha raccontato chi era per lei Mario Cerciello Rega in quanto marito e uomo: “Ci bastavamo noi, non avevamo grandi pretese dalla vita”, ha spiegato. Rosa Maria ha ripercorso con la mente la prima visita a Roma insieme e poi il suo trasferimento, in quella casa a “pochi passi dalla caserma, mi affacciavo a questa finestra e lo guardavo finché non girava l’angolo, ci mandavamo i baci, ci prendevamo in giro”. Mario era tutto per lei: “non ha idea di quanto abbiamo lavorato, abbiamo pensato sempre a creare l’armonia per la famiglia, non siamo mai stati egoisti, abbiamo atteso tanto, abbiamo fatto tanti sacrifici, abbiamo scelto Roma per dare un avvenire migliore, stava andando tutto bene, non potevamo che sognare quanti figli avremmo avuto ed i nomi che avremmo potuto dare, ma questi figli non li vedrò mai”. Mario, come raccontato dalla donna, “era meraviglioso, sono contenta di averglielo detto tutti i giorni, era un uomo buono e giusto, ha dato la sua vita al servizio egli altri, amava il suo lavoro, aveva i valori della famiglia, quegli antichi valori, era un uomo d’altri tempi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL DRAMMA DELLA MOGLIE DEL CARABINIERE UCCISO

Rosa Maria Esilio, la vedova di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso il 26 luglio dello scorso anno a Roma, ha concesso una lunga intervista alla trasmissione La Vita in Diretta Estate nella quale ha parlato con struggente dolore del marito, del loro amore e del drammatico omicidio. Per la sua morte sono attualmente a processo i due giovani americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth. “Eravamo un’unica cosa, due parti della stessa mela, complementari. Lui ha sposato prima l’Arma poi me”: così ha esordito la donna parlando con il padrone di casa Marcello Masi, nell’anticipazione della lunga intervista che sarà poi trasmessa per intero nella puntata di domani con la quale si concluderà la settimana in compagnia della trasmissione di Rai1. Rosa Maria ha voluto descrivere brevemente chi era per lei suo marito: “Era un carabiniere molto acuto, preciso, sapeva fare il suo mestiere, era molto responsabile per sé e gli altri”, ha dichiarato.

ROSA MARIA ESILIO, VEDOVA CERCIELLO RICORDA IL MARITO

La vedova del carabiniere Cerciello ucciso a Roma, si è detta svilita ed ha ammesso di essersi sentita pugnalata anche lei, così come il marito, quando si è ritrovata a leggere dei messaggi che le sono stati inviati in privato “in cui dicono che mio marito è la feccia della società e se lo meritava”. Rosa Maria Esilio quel giorno ha avuto una sorta di presentimento: “sapevamo il rischio del suo mestiere, lui correva dei pericoli ma mai potevamo immaginare che un semplice controllo a due soggetti stranieri si sarebbe trasformato nella sua carneficina”, ha però aggiunto. La donna ha ricordato quelle 11 coltellate: “si rende conto?”, ha insistito rivolgendosi al suo intervistatore, ancora sconvolta e con la voce tremante mentre ripercorreva quei ricorsi inquietanti, 11 coltellate inflitte con un coltello dalla lunga lama nel corpo dell’uomo che ama. Come anticipato, la vedova di Cerciello ha raccontato chi era suo marito e ulteriori particolari finora inediti di quanto sarebbe accaduto quella maledetta notte di un anno fa.