Rosanna Cancellieri il mondo della televisione ce l’ha sempre avuto dentro casa. Il papà lavorava infatti alla Dear, società di noleggio cinematografico. A “I Fatti Vostri”, la conduttrice racconta: “Ogni volta che vado alla Dear mi batte il cuore perché papà mi portava con lui per farmi avvicinare a questo mondo magico del cinema. Loro giravano una pellicola. Lui mi portava, mi parcheggiava dalla sua montatrice che li incollava con la colla e lo facevo anche io per portarli a casa. La cosa che mi faceva battere il cuore era uno studio buio. Lì papà mi diceva che c’era il mago dei suoni. Era il rumorista. Ad esempio batteva il legno ed era il rumore dei cavalli”.



La sua carriera, però, è iniziata come giornalista: “A L’Unità, il giornale dove ho imparato il mestiere e dove mi hanno sbattuta in cronaca, poi cronaca nera, cronaca bianca e via via… Lì avevo come capocronista una persona della quale adesso sono veramente amica: Antonio Caprarica. Dovevano fare dei tagli perché questi giornali erano sempre barcollanti. Io ero prima a Paese Sera, poi di nuovo a L’Unità… Così hanno tagliato me e poi un altro bravissimo collega ora a La Repubblica. Io lo odiavo, poi siamo diventati amici. A Ballando con le Stelle tifo per lui, è un grande gentleman”.



Rosanna Cancellieri: “Papà mi disse che non avevo talento”

Nella sua carriera, Rosanna Cancellieri ha avuto modo di intervistare grandi personalità. A “I Fatti Vostri” racconta chi le è rimasto più impresso: “Ho intervistato tanti personaggi. Due mi sono rimasti impressi. Il primo è Vittorio Gassman: è stata un’emozione, non capivo niente. L’ho intervistato anche altre volte, si era creato un bel feeling. Indimenticabile la prima intervista. Intervistare è un’esperienza molto interessante, è sempre uno scambio. Intervistai anche Pertini, era molto protettivo”.



La grande passione di Rosanna, però, è sempre stata il cinema, tanto che da piccola avrebbe voluto fare l’attore: “Avevo un papà che mi portava sui set, mi faceva incollare pellicole. A casa nostra venivano attori, musicisti… Mio padre mi disse ‘Non ci pensare nemmeno, non hai talento’. E aveva ragione. Poi ho scelto un ambito dove ero comunque sempre a contatto con un certo tipo di vita, con artisti, cercando di fare una narrazione della realtà”.