Rosario Livantino sarà beatificato quest’anno, nell’arcidiocesi di Agrigento, dove il magistrato ha vissuto la sua breve vita e dove venne ucciso il 21 settembre 1990 per mano della Stidda. Sarà il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica. Lo scorso 21 dicembre era stato dichiarato martire “in ofidium dei” da Papa Francesco. Ma l’appellativo di martire gli era stato già attribuito in via meno ufficiale: sulla stele posta in suo ricordo lungo la statale di Porto Empedocle-Caltanissetta, luogo in cui fu ucciso, sono incise le parole “martire della giustizia”. 



Nel 2015, a 25 anni dalla sua scomparsa, è stato costituito il Centro Studi Livantino, luogo di memoria e ricerca che richiama espressamente l’esempio di coerenza tra fede, etica e diritto che il magistrato ha dimostrato con la sua vita. Il Centro nasce per volontà di un gruppo di giuristi, magistrati, avvocati, docenti universitari e notai ed è impegnato a tenere viva la testimonianza di Livatino. Suo scopo principale è l’approfondimento, l’elaborazione e la promozione di studi scientifici e giuridici riguardanti il diritto alla vita dal concepimento alla morte e la famiglia naturale fondata tra un uomo e una donna nel quadro di riferimento costituito dal diritto naturale. 



Rosario Livantino nel ricordo dei Mauro Ronco, Presidente del Centro Studi Livantino

È con grande gioia che Mauro Ronco, Presidente del Centro Studi Livantino, ha accolto la notizia della beatificazione del grande magistrato ucciso a 38 anni. “Una decisione di grande rilievo nella vita della Chiesa” ha commentato Ronco ad Aci Stampa. Rosario Livantino sarà infatti il primo magistrato beato della storia della Chiesa. L’attività del Centro Studi è stata molto importante nel tener viva la memoria del magistrato e nell’itinerario verso la promulgazione del Decreto sul martirio Livatino. Due eventi sono stati particolarmente importanti in questo senso. Il primo è stato il convegno del 18 settembre 2015 nell’aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari. Il secondo evento è stato l’udienza del 29 novembre 2019 concessa dal Santo Padre ai membri del Centro Studi Livatino. L’esempio di Livantino resta una guida importante anche per i giovani d’oggi, in un momento in cui la lotta alla criminalità organizzata non può subire battute d’arresto. “Non riesco a immedesimarmi nella figura di una personalità così elevata moralmente come quella di Livatino – ha detto ancora Rono – La cosa migliore è riportarsi alle sue parole: il fine del magistrato è praticare la giustizia non come obiettivo chiuso in se stesso, bensì come via per il fine più grande dell’amore verso Dio e verso tutta l’umanità, specie quella che naviga nelle ombre del delitto, capace anch’essa di risollevarsi a una vita nuovamente piena e felice”.

Leggi anche

Prima Assemblea Sinodale CEI, dal 15 al 17 novembre 2024/ Zuppi "Clima conflittuale, evitare parole violente"