Rosie Lohman è una bambina di 7 anni, ama l’arte e da grande vorrebbe fare la Dj. Ma è soprattutto una bambina speciale poichè nata intersessuale. L’intersessualità è un termine generico usato per indicare persone nate con corpi percepiti diversamente dalle tradizionali categorie “maschile” e “femminile”. Avendo due cromosomi X, per i medici è una femmina, eppure anatomicamente l’aspetto di Rosie è più simile a quello di un maschietto. Il padre Eric, in una intervista alla Cnn ha raccontato di essere stato lui a notare la diversità nella sua bambina: “L’infermiera l’ha presa e l’ha mostrata a noi e ho visto subito il suo corpo e ho notato che aveva quello che sembrava un pene piccolo”, ha raccontato. Pur essendo a conoscenza degli interventi chirurgici da eseguire su bambini intersessuali, il papà di Rosie temeva di non capire come avrebbero funzionato e il suo timore era quello che avrebbero potuto suggerire di eseguire subito una operazione simile anche sulla sua bambina. I genitori di Rosie avevano delle riserve sul fare o meno un intervento chirurgico prima che la figlia potesse avere la possibilità di esprimere la sua opinione in merito.



ROSIE, NATA INTERSESSUALE: LA DECISIONE DEI GENITORI

Nonostante le loro decisioni, non mancarono le pressioni da parte dei medici chirurghi. La madre di Rosie, Stephani Lohman, ha dichiarato di aver sentito molto la loro influenza affinché acconsentisse all’intervento, anche dopo aver espresso le sue riserve sulla procedura e sugli effetti collaterali devastanti, tra cui la perdita della funzione sessuale, il trauma psicologico e il dolore a vita. “Quando ho incontrato il chirurgo il primo giorno, è stata una giornata intimidatoria ed è stata travolgente”, ha dichiarato la donna. Durante un secondo incontro il medico le illustrò le foto di quello che avrebbero eseguito sul corpo della figlia. Alla fine, nonostante le pressioni, i genitori di Rosie hanno deciso di lasciarla crescere senza intervento. Sul piano legale, il dibattito sulla questione resta aperto ma nel 2017 Human Rights Watch ha stabilito che questo tipo di interventi viola i diritti umani di un paziente. Ma c’è anche chi è contrario al disegno di legge, tra cui alcuni pazienti con iperplasia surrenalica congenita che hanno asserito di essere contenti di essere stati sottoposti subito ad un intervento simile da bambini. Rosie al momento sta cercando di capire quale sia la sua identità di genere e per il momento ha spiegato che le piace ancora usare i pronomi femminili e vuole mantenere il suo nome anche se a volte si sente come un ragazzo ed altre come una bambina: “Perchè sono entrambi!”. Il suo consiglio per i neo genitori che devono affrontare questo percorso? Usare la calma.

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