Rosita Celentano, con un lungo post su Instagram, ha espresso il suo “ensorsement” verso l’ormai ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, relativamente al discorso di martedì con il quale il premier del Governo gialloverde ha di fatto staccato la spina all’esecutivo. Un messaggio forte da parte della figlia di Adriano Celentano che sa anche di forte critica al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, soprattutto relativamente alle sue politiche sull’immigrazione e a scelte controverse, come quella di tenere la nave della ONG “Open Arms” in stallo al largo della Sicilia senza permettere lo sbarco a persone sempre più bisognose. Nel messaggio di Rosita Celentano, pubblicato in tre parti come foto su Instagram, viene sottolineato: “Bisogna accettare il fatto che non basta pensare al proprio orticello e fregarmene del prossimo, tanto non mi riguarda… Siamo tutti connessi. Siamo tutti parte della stessa barca e soprattutto, se realmente siamo in un paese cattolico, perché ostentare e baciare un Rosario se le azioni a cui inneggiamo non sono Cristiane?”
CONTE GARBATO, PREPARATO, SENSIBILE
Rosita Celentano si è riferita dunque evidentemente al caso Open Arms e soprattutto ai tanti riferimenti religiosi che molteplici critiche sono costati a Salvini anche al momento del dibattito di martedì in Parlamento, in cui lo stesso Giuseppe Conte ha censurato il fare continuamente appello a immagini e simbologie del cristianesimo. Rosita Celentano d’altra parte ha avuto parole di grande elogio per Conte, definito nel suo messaggio su Instagram: “Garbato, preparato, sensibile ai problemi dell’Italia, colto e onesto. Spero di vedere sempre più uomini così nel nostro Parlamento e confido nella totale scomparsa di ometti spocchiosi che non capiscono quando è il momento di fare del sarcasmo e quando invece di essere seri e affidabili.” Rosita Celentano si è fatta dunque portavoce di coloro che avevano trovato eccessive determinate svolte politiche di Salvini, e soprattutto atteggiamenti sopra le righe del Ministro dell’Interno che sono stati fortemente censurati nel discorso del Presidente del Consiglio dimissionario, Giuseppe Conte.