Rossella Nappini, il ricordo dei colleghi

“È come se venisse a mancare l’anello di una catena forte. Faceva cambiare la sofferenza” e ancora “Incontrando lo sguardo di Rossella, era impossibile non focalizzarsi sul sorriso. Era impossibile non ricevere un abbraccio da lei”. Parlano così i colleghi di Rossella Nappini, l’infermiera di 52 anni uccisa a Roma. “Lei era molto fisica, voleva il contatto, l’abbraccio, la pacca sulla spalla, il sorriso”, spiega una sua collega e amica, che racconta ancora: “Nessuno aveva avuto questo sentore e secondo me non lo aveva avuto neanche lei. Era una donna forte ma con le sue fragilità, una donna normale come tante. Vogliamo darle voce. Quelle grida in quel condominio vogliamo che prendano voce, che siano ascoltate”.



Ancora non è chiara la dinamica dell’omicidio: non si sa perché Rossella fosse scesa giù, dove poi è stata uccisa nell’androne del palazzo dove viveva con la madre e i suoi figli. La relazione con Adil, però, è stata confermata: l’uomo, un irregolare, aveva svolto dei lavori nella casa della mamma dell’infermiera. Lì i due si erano conosciuti e avevano cominciato un rapporto, interrotto di recente proprio per volontà della 52enne. Gli inquirenti, intanto, hanno confermato il fermo: l’uomo, interrogato, non ha in alcun modo collaborato.



Adil Hardait resta in carcere

Nell’appartamento dove Adil Harrati vive, con altri connazionali, gli inquirenti non hanno trovato tracce di sangue né l’arma del delitto, che continua ad essere ricercata. Il movente, al momento, resta la pista economica: la zia ha raccontato che Rossella Nappini stava andando all’ufficio postale per prelevare dei soldi nel momento dell’omicidio nell’androne del palazzo. Ascoltato nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al gip di Roma, l’uomo non ha confessato né dato informazioni agli inquirenti, che hanno però convalidato l’arresto per il 45enne di origine marocchina. A sostegno dell’impianto accusatorio ci sono video delle telecamere di sorveglianza, celle telefoniche agganciate, e testimonianze.



L’uomo, risultato irregolare sul territorio nazionale, si sarebbe presentato in via Giuseppe Allievo, dove Rossella viveva con la mamma e con i figli, armato di coltello e già con l’idea di colpire la donna. I pm della Capitale hanno dunque deciso di contestare l’aggravante: è indagato per omicidio preterintenzionale.