Questa settimana si può vedere in televisione (quasi ogni giorno ma a differenti orari, su Classica HD, Sky canale 136) la produzione de La Cenerentola di Gioacchino Rossini, dal Teatro Massimo Bellini di Catania messa in scena nel dicembre 2019. Perché sintonizzarsi, vederla ed ascoltarla? Non certo per recensire uno spettacolo di due anni fa ma in quanto la regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi ha molti punti di interesse, nonché contatti con la regia di Medée di Luigi Cherubini curata da Simon Stone che nell’agosto 2019 aveva fatto discutere il Festival di Salisburgo.



Nella regia di Stone, la vicenda di Medea e Giasone era portata ai giorni nostri e tinta di conflitti razziali; le scene, molto semplici, venivano integrate da filmati in cui l’azione aveva luogo nel centro di Salisburgo nelle piccole strade che portano da Mozart Platz all’antico Tribunale. Nell’allestimento catanese, il palcoscenico è addobbato solo da poca attrezzeria; due poltrone ed un divano presi “in prestito” dall’elegante foyer, l’azione è spostata a fine settecento (in pieno barocco e rococò) e viene fatto un sapiente uso delle videoproiezioni, realizzate da Patrick Gallenti. A fare da scenografia è, quindi, Catania: il Duomo, Palazzo Biscari, la fontana dell’Amenano, la Pescheria, il Teatro greco-romano, Porta Uzeda, i Faraglioni, l’Etna, il Liotro, la città con i suoi luoghi simbolo campeggia a tutto schermo e fa da sfondo all’intera vicenda.



Sul palco un cast di specialisti rossiniani. La senese Laura Polverelli è Cenerentola, il tenore spagnolo David Alegret è il principe Don Ramiro. Nei due ruoli buffi il basso vicentino Luca Dall’Amico è Don Magnifico, e il baritono palermitano Vincenzo Taormina il cameriere Dandini. Completano il cast Marco Bussi, che interpreta Alidoro, e due artiste catanesi, Manuela Cucuccio e Sonia Fortunato, nei panni delle due arcigne quanto irresistibili sorellastre.  Alla guida dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini il maestro José Miguel Pérez-Sierra, mentre il coro è istruito da Luigi Petrozziello. I costumi sono realizzati da Giovanna Giorgianni, le luci sono di Antonio Alario.  



Spettacolo godibilissimo. Idea registica da riproporre.