L’estate scorsa, il Rossini Opera Festival (ROF) ha dovuto essere presentato in forma ridotta a causa della pandemia. Nell’attesa che il virus fosse sotto controllo, il Festival ha organizzato una sessione di fine autunno, in novembre. Mentre la pandemia ha ripreso con una seconda ondata, il Festival ha deciso di tenere la sessione di novembre a prescindere, con le rappresentazioni rese fruibili gratuitamente a tutti nel mondo attraverso lo streaming sul sito  ufficiale così come su YouTube e sulla pagina Facebook ROF. Queste non sono registrazioni di produzioni precedenti ma esibizioni dal vivo.



Il programma è stato piuttosto vario. E’ iniziato il 14 novembre con una selezione del Péchés de vieillesse eseguita dal pianista Alessandro Marangoni. Il 15 novembre c’è stata una vera rarità: un doppio programma comprendente la Messa di Milano e il Miserere, diretti da Ferdinando Sulla con la Filarmonica Gioachino Rossini e il coro del Teatro della Fortuna di Fano. Il 26 e 28 novembre c’è stata l’ormai classica produzione de Il Viaggio a Reims, ideata da Emilio Sagi circa trent’anni fa. Viene eseguito ogni estate. La produzione è stata firmata  da Matteo Anselmi, con Alessandro Cadario alla direzione dell’Orchestra Sinfonica Rossini e una compagnia di canto formata dagli studenti dell’Accademia Rossiniana ‘Alberto Zedda’ 2020 e da alcuni ex studenti dei corsi degli anni scorsi.



Venerdì 27 novembre alle ore 20 e domenica 29 novembre 2020 alle ore 17.00, il ROF è stato messo in scena Il barbiere di Siviglia, nella produzione di Pier Luigi Pizzi per il Festival 2018. Michele Spotti ha diretto l’Orchestra Sinfonica Rossini e Giovanni Farina il Coro del Teatro Ventidio Basso. Nel cast Juan Francisco Gatell nel ruolo del Conte di Almaviva, Carlo Lepore nel ruolo di Bartolo, Aya Wakizono nel ruolo di Rosina, Iurii Samoilov nel ruolo di Figaro, Michele Pertusi come Basilio, Elena Zilio come Berta e William Corrò nel ruolo di Fiorello/Ufficiale.

 La produzione di Pier Luigi Pizzi è stata recensita su questa testata nell’agosto 2018 ma si è trattato di una nuova messa in scena, anche se la regia, i costumi e le scenografie sono sempre di Pier Luigi Pizzi, oggi novantenne, con Massimo Gasparon suo braccio destro. Il teatro è diverso: nel 2018, Il barbiere è stato eseguito nell’Arena da 2.200 posti e ora nell’ottocentesco Teatro Rosssini da 700 posti. Il direttore e l’orchestra sono diversi: nel 2018, Yves Abel ha diretto l’orchestra sinfonica della RAI. Metà del cast è diverso. Insomma, la produzione 2018 allora di grande successo non è stata solo riproposta tale e quale ma rinnovata per adattarsi a un teatro diverso, un nuovo direttore d’orchestra e orchestra e nuovi protagonisti.



Il Teatro Rossini ha all’incirca le stesse dimensioni del Teatro Argentina di Roma dove Il barbiere ebbe il suo debutto nel 1816. I set della produzione 2018 hanno dovuto essere ristretti ma l’atmosfera era più accogliente e l’azione è volata più agevolmente rispetto ad agosto 2018. Il giovane Michele Spotti ha diretto l’orchestra con brio  e scioltezza, mentre Yves Abel ha enfatizzato l’eleganza della partitura. Lo spettacolo dura dieci minuti in meno rispetto al 2018 quando con l’intervallo, ha richiesto tre ore e mezza. Ha un approccio più comico mantenendo lo stile di commedia borghese dell’inizio dell’Ottocento.

Il tenore argentino Juan Francisco Gatell, ormai sulla quarantina, mantiene il chiaro squillo vocale di quando aveva a vent’anni. E’ stato superbo nell’impervia aria finale ‘Cessa di più resistere’. Personalmente devo scusarmi per averlo criticato per non averla cantato ad una rappresentazione a Palermo nel 2006; più tardi, mi è stato comunicato che l’aria era stata tagliata su richiesta del regista teatrale che pensava che rallentasse l’azione. Il baritono Iurii Samoilov è uno splendido Figaro, sia vocalmente che teatralmente. È giovane ed attraente. Lui lo sa; nella cavatina, si toglie la giacca e la camicia per mostrare il dorso nudo e i muscoli. Inoltre, salta su e giù mentre canta arie acrobatiche. Carlo Lepore è un Bartolo di grande esperienza. Per quanto riguarda Aya Wakizono, Michele Pertusi ed Elena Zilio, non posso che ripetere i commenti gratuiti che ho fatto nel 2018. Mi auguro ne esca un DVD.