L’elezione del presidente della Repubblica è alle porte, Rosy Bindi ha le idee chiare sul da farsi. Ospite quest’oggi di Agorà, l’ex ministro della Salute ha spiegato che la via d’uscita potrebbe essere l’elezione di Draghi al Colle, con i partiti alla ricerca di un accordo su un premier non tecnico, ma politico: «Non ho dei nomi in mente, certamente non tocca a me farli, ma credo che per senso di responsabilità si potrebbe eleggere Draghi capo dello Stato e trovare una formula politica per il governo».



Nel corso del suo intervento, Rosy Bindi ha sottolineato che l’ipotesi di un premier tecnico consentirebbe un’adeguata autonomia: «Solo un premier con un’impronta politica può dare un bilanciamento dei poteri. Io ritengo che i ministri attuali, pur provenendo da forze politiche diverse, potrebbero riconoscere un presidente del Consiglio e proseguire per un anno nell’attuare il Pnrr».



ROSY BINDI SULL’IPOTESI BERLUSCONI-QUIRINALE

Senza mezzi termini, invece, il giudizio di Rosy Bindi sull’ipotesi Berlusconi come erede di Mattarella: «Nessuno mi ha chiesto una candidatura di bandiera per contrastare la sua. Ritengo che la bandiera più efficace, semmai persista la candidatura di Berlusconi, potrebbe essere l’uscita dall’aula, per fare l’unica conta vera che è quella di chi non vuole Berlusconi. Continuare a parlarne sta facendo perdere tempo, io ritengo singolare anche solo che si sia pensato seriamente che Berlusconi possa diventare capo dello Stato». Rosy Bindi ha parlato di «mancanza di un’integrità personale e di una biografia specchiata», sottolineando poco dopo: «Lui fa certamente sul serio, quindi ci deve essere una reazione delle forze politiche. Lui quando era premier ha fatto una riforma della Costituzione che la stravolgeva. Il capo dello Stato giura su quella Costituzione: lui l’aveva cambiata trasformandola in una Repubblica presidenziale».

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