I Rotoli di Qumran affascinano ancora oggi il mondo intero. Scoperti 75 anni fa – nel 1947 -, sulle aride montagne che si specchiano nel Mar Morto da un giovane beduino, rappresentano ancora un mistero da risolvere. Furono individuati in una grotta difficilmente accessibile, all’interno di alcuni vasi. Il loro recupero è avvenuto a volte in condizioni incredibili, come ha ricordato sul quotidiano francese “La Croix” Fratel Olivier Catel, della Scuola Biblica e Archeologica Francese di Gerusalemme. Alcuni di questi scritti, infatti, passarono per le mani di un mercante di Betlemme, prima di finire tra quelle di un acquirente, ben consapevole del profitto che potesse trarne, tanto che mise in vendita quattro dei Rotoli di Qumran con un annuncio sul New York Times: Un regalo ideale per un’istituzione educativa o religiosa.



Altre pergamene furono talvolta acquistate a caro prezzo da istituzioni prestigiose, salvo poi scoprire che si trattava di falsi. Dal punto di vista scientifico, la scoperta degli antichi manoscritti non ha eguali. Gli scavi nel sito di Qumran, iniziati nel 1949 e durati fino al 1956, hanno portato alla luce un migliaio di rotoli, più o meno frammentati, scritti in ebraico, greco e aramaico. L’ultimo scavo è stato completato nel 2009. Distribuiti in undici grotte, i Rotoli di Qumran contengono una ventina di libri biblici dell’Antico Testamento, testi apocrifi (non riconosciuti nel canone ufficiale delle Scritture) e documenti (liste, libri contabili, esercizi, storie e regole comunitarie) legati alla vita quotidiana di una società quasi segreta, identificata come quella degli Esseni.



ROTOLI DI QUMRAN E GLI ESSENI: CHI SONO?

Come rivelato dal quotidiano “La Croix”, gli Esseni sono uno dei tre gruppi di ebrei descritti dallo storico Flavio Giuseppe (37-100 d.C.), insieme ai Farisei e ai Sadducei. “Lasciarono Gerusalemme per seguire un misterioso Maestro di Giustizia, che proponeva una nuova interpretazione dei testi e cercava di fondare un ebraismo rinnovato, più fedele alla volontà divina”, ha detto fratel Olivier.

Per gli Esseni, probabilmente il popolo di cui si parla nei Rotoli di Qumran, il male è diffuso in tutto il mondo. Ossessionati dalla purezza rituale, “i 150-300 uomini dello Yahad si immergevano più volte al giorno in vasche chiamate mikveh, ancora visibili sul sito. Gli Esseni conducono una vita austera che assomiglia a quella dei monaci. Vivevano in comunità, si mantenevano con un’agricoltura di sussistenza, condividevano i pasti in silenzio, studiavano e copiavano i testi sacri in uno scriptorium”.