Domani 8 agosto c’è l’ultima scadenza per il pagamento delle rate per coloro che hanno sottoscritto la rottamazione. Abbiamo già parlato dell’importanza del rispettare le scadenze, perché saltare una di queste significa perdere i benefici della rottamazione. Ma quanto realmente l’Italia è riuscita a battere cassa? L’ultimo studio effettuato dall’Osservatorio dei conti pubblici italiani lascia senza parole.
Rottamazione: un flop con soli 18 miliardi recuperati
Tuttavia è bene precisare che la rottamazione che già nel mese di maggio aveva recuperato soltanto il 50% delle somme che avrebbe potuto recuperare, poiché la metà di coloro che hanno visto riconoscersi la possibilità di rottamare le cartelle esattoriali ha deciso di pagare, adesso che si è aggiunti finalmente al termine degli obiettivi possiamo dire che le varie operazioni di rottamazione adottate dal 2016 ad oggi, anche a causa della dilagante crisi economica, non hanno centrato gli obiettivi di incasso.
L’Italia si aspettava di recuperare 53 miliardi, ma nelle casse dello Stato sono arrivati soltanto 18 miliardi che potrebbero essere arrotondati a 20 miliardi dopo la data di domani 8 luglio quindi l’Osservatorio dei conti pubblici italiani guidato da Carlo Cottarelli, così come riportato dall’Ansa, specifica che “negli ultimi anni le rottamazioni sono seguite una all’altra. Tuttavia” -sottolinea lo studio – ” solo una piccola parte dei soggetti potenzialmente coinvolti hanno presentato domanda e le riscossioni effettive sono state sistematicamente meno di quelle previste”.
Rottamazione: i motivi del flop
le cause del mancato successo della rottamazione potrebbero essere dovuti essenzialmente alla crisi economica e alla difficoltà per le famiglie che hanno optato per questa strategia, di cambiare la propria condizione socio economica. Cosa significa tutto questo? Indubbiamente che se non si agisce a livello strutturale per cambiare le condizioni delle singole famiglie anche il recupero crediti da parte dell’Amministrazione statale risulterà fallimentare. Il Reddito di cittadinanza ed il tentativo di trovare un lavoro alle persone disoccupate non può non portare al raggiungimento dell’obiettivo perché da questo ne derivano altri introiti per le casse dello stato. E invece abbiamo aziende manifatturiere che non riescono a trovare la manodopera specializzata per le industrie e l’inflazione dilagante che pesa maggiormente sulle casse degli imprenditori che cercano di non trasferire i costi in sovrapprezzo sugli scaffali. Una situazione che rende pressoché impossibile far fronte ad una rata, sebbene esigua, relativa alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Tuttavia l’Agenzia delle entrate e il governo prevedono un’altra mossa per recuperare altri 23 miliardi di euro, ma tra i cittadini che hanno perso la possibilità di recuperare le cartelle già pagate a causa di un ritardo che li ha fatti cadere dal beneficio e coloro che invece non sono riusciti ad effettuare nemmeno una rata del pagamento, trovare chi sia disposto a fare oggi quello che ieri non è stato possibile fare sarà veramente molto difficile.