Soltanto il 50% dei contribuenti è tornato alle rate relative alla rottamazione ter che consentiva ai contribuenti di pagare soltanto il 20% degli importi per far pace col fisco.
Rottamazione Ter: quanto si è riuscito a recuperare
A seguito della scadenza del 9 maggio è possibile fare il punto della situazione, vale a dire un colossale flop della rottamazione-ter. Naturalmente questo non vuol dire che gli italiani non abbiano intenzione di far pace col fisco, ma la rottamazione, poichè inserita nei due anni precedenti la pandemia a cui poi è seguita la crisi in Ucraina, con l’incremento dell’inflazione ed il rincaro dei prezzi, ha reso pressoché impossibile adempiere al pagamento a rate delle somme da restituire al fisco.
In totale sono state 532000 le persone interessate dall’approvazione dell’agevolazione denominata rottamazione ter. Ma meno della metà di queste sono riuscite ad adempiere agli obblighi di versamento delle rate.
Il termine ultimo comprensivo dei 5 giorni di tolleranza è scaduto il 9 maggio 2022.
Tutto ciò ha determinato un mancato incasso per l’erario delle somme che si prevedeva di recuperare vale a dire 2,45 miliardi di euro, concernenti le mancate rate del 2020 e del 2021. Si tratta di importi che sarebbero stati recuperati con la riscossione ordinaria se non fosse stato varato il decreto sostegni ter.
Rottamazione Ter: come interpretare i dati
Ma come leggere questo dato? Siamo dunque un paese di incorreggibili evasori? Non riusciamo ad onorare i nostri debiti col fisco? Probabilmente non sono queste le ragioni se più della metà degli italiani, pur avendo fatto domanda, non è riuscita ad onorare gli impegni presi con il fisco. Si tratta unicamente della misura del disagio economico che sta vivendo il nostro paese. Infatti saldare solo una parte dei debiti oltre a non risolvere il problema, diventa oltretutto dannoso: non consente più di dilazionare l’importo dovuto e aggiunge a queste somme ulteriori sanzioni e interessi, che si sommano non alla riduzione agevolata delle cifre da conferire al fisco mediante la rottamazione, ma a quella ordinaria precedente all’agevolazione.
Adesso si attende la scadenza ultima vera e propria, quella del 8 agosto per le rate del 2021, poi quella fino al 30 novembre prossimo con 5 giorni di tolleranza che pongono un nuovo limite al 5 dicembre. Se anche entro quella data le rate relative al 2022 non dovessero essere corrisposte all’erario, si potrà parlare di flop vero e proprio. In questo caso il governo infatti, oltre ad introdurre misure di welfare che hanno dato sostegno sicuramente a famiglie ed imprese, non è stato capace di comprendere il disagio economico dovuto alle famiglie che intendevano fare pace col fisco pur non avendo reddito e così aderendo alla rottamazione. Molte di queste persone erano animate da una speranza dovuta la crescita pre pandemia, altre invece sono state colte di sorpresa dalla crisi economica conseguente al covid-19 e al conflitto in Ucraina. Il governo proporrà un’ennesima rottamazione in tempi più rosei? Al momento non ci sono indicazioni per questo.