Aveva il braccialetto elettronico, ma nonostante ciò Ben Alaya Abdelkader è riuscito a uccidere l’ex moglie Roua Nabi: l’ennesimo femminicidio finisce tra i servizi in onda oggi su Le Iene. L’inviata Alice Martinelli, infatti, ha approfondito il caso della 34enne accoltellata a Torino dall’ex marito, anche se era stato disposto un divieto di avvicinamento nei suoi confronti, quindi ha analizzato l’efficacia dei dispositivi usati per il monitoraggio a distanza delle persone a cui vengono imposte restrizioni, sentendo altre vittime di stalking e persone che indossano dispositivi di questo tipo.
Ora il 48enne tunisino accusato dell’omicidio di Roua Nabi è in carcere, perché per il gip Benedetta Mastri è l’unica misura adeguata per l’uomo, il quale tra l’altro ha fornito una ricostruzione «illogica e contraddittoria» dell’accaduto. Infatti, ai carabinieri ha raccontato di essere stato aggredito dall’ex moglie con un coltello mentre andava via di casa, quindi le avrebbe tolto il coltello dalle mani e l’avrebbe colpita. Nell’ordinanza il gip ha definito «dispotica, aggressiva e priva di freni inibitori» la condotta dell’uomo, «capace di manifestazioni di efferata violenza».
LA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO ROUA NABI
Per quanto riguarda la dinamica dell’omicidio, le indagini hanno ricostruito che è avvenuto al culmine dell’ennesima lite tra Roua Nabi e l’ex marito, che ha preso un coltello e l’ha colpita, per poi lasciare l’appartamento. L’aggressione è avvenuta davanti ai due figli di 12 e 13 anni, che hanno provato a salvare la mamma. Purtroppo, per la donna non c’è stato nulla da fare: una coltellata è finita tra il cuore e un polmone, quindi è rimasta a terra in un lago di sangue. La figlia è scappata via chiedendo aiuto ai vicini, mentre il fratello minore ha provato a inseguire il padre, che nel frattempo è stato bloccato dai carabinieri.
«Non lo so cosa è successo in casa, magari mia moglie è morta con il coltello», aveva detto lui, poi ha parlato di una lite per un rimprovero a un figlio. In realtà, il tunisino non poteva avvicinarsi all’ex moglie, in virtù del divieto di avvicinamento. Non poteva neppure comunicare con lei. Roua Nabi era vittima da tempo di maltrattamenti: agli agenti aveva raccontato che le violenze erano cominciate in Tunisia e continuate in Italia.
Aveva anche riportato un trauma cranico nell’ultimo pestaggio, per il quale Ben Alaya Abdelkader era finito ai domiciliari, poi è stato sottoposto solo al divieto di avvicinamento col braccialetto elettronico, che forse era stato disattivato o non era connesso, perché è riuscito a raggiungere l’ex moglie e a ucciderla.
IL CASO FINISCE IN PARLAMENTO
Il braccialetto elettronico e il mancato funzionamento sono uno degli aspetti rilevanti di questa vicenda, perché bisogna capire perché non è scattato l’allarme. Infatti, il dispositivo ha un doppio sistema di allerta: in caso di manomissione o allontanamento dalla zona di copertura arriva una segnalazione alla persona da tutelare e alla sala operativa delle forze dell’ordine. Il caso Roua Nabi è finito in Parlamento, perché sono stati chiesti chiarimenti al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riguardo i problemi sull’uso del braccialetto elettronico, mentre al ministro della Giustizia Carlo Nordio verrà presentata un’interrogazione parlamentare.