La votazione sulla piattaforma Rousseau si è appena conclusa, dando esito positivo all’accordo di governo Pd-5Stelle che a questo punto si farà. Ne abbiamo parlato con Marco Canestrari, sviluppatore informatico ex dipendente della Casaleggio Associati che ha organizzato i primi Meetup di Grillo. Oggi vive e lavora a Londra, e ha scritto alcuni libri – l’ultimo è Sistema Casaleggio, con Nicola Biondo – dove descrive come Davide Casaleggio, attraverso l’associazione Rousseau, si garantisce un controllo proprietario sui processi “democratici” interni al Movimento 5 Stelle. Sul fatto che Di Maio abbia ritardato di un’ora la conferenza stampa in cui ha annunciato il risultato del voto online non ha molto da dire, tranne: “Siamo di fronte a una manica di cialtroni. Scrivilo così per favore”.



La votazione su Rousseau ha detto sì alla formazione del governo PD-5Stelle. Se lo aspettava?

Non mi aspettavo nulla di preciso. Sono esterrefatto dalla privatizzazione del processo democratico, rigidamente controllato dalla Costituzione. Lo trovo aberrante, e il fatto che il Pd l’abbia concesso è ancora più grave. Cuperlo, Delrio, che legittimano questo tipo di procedure… Siamo alla follia.



Lei è uno sviluppatore informatico. La piattaforma Rousseau è un meccanismo di voto che può garantire sicurezza?

Assolutamente no. Se c’è una cosa su cui gli esperti di sicurezza informatica sono d’accordo – e non sono mai d’accordo – è che non esiste e non può esistere allo stato attuale della tecnologia una piattaforma sicura. Anche l’Agcom ha rilevato come le votazioni su Rousseau non siano affatto garantite, è per questo che l’ha multata. I dipendenti dell’associazione avevano “davidavi” come password amministrativa e la condividevano tra loro: è questo il loro livello di competenza.



Ma un notaio ha certificato l’atto.

Il notaio è un suo amico. È una sceneggiata. Lui garantisce solo che passino dei testi su uno schermo, risponde solo di quello che vede. Non ha competenze informatiche e lo ammette lui stesso. C’è stato il paragone con “Ballando con le stelle” e “X Factor”: paradossalmente quelle votazioni sono sottoposte a una certificazione molto più stringente. Rousseau dà ancora meno garanzie del televoto.

Di Maio adesso in che posizione si trova?

Se vogliamo stare al manuale Cencelli, prima era viceministro e ora non lo è più. Vedremo che ministero gli daranno, questo rientra nelle normali trattative di un governo di coalizione.

E Giuseppe Conte ne esce rafforzato?

Il punto non è questo.

E qual è?

C’è una linea di faglia interna al Movimento. Il gruppo parlamentare era terrorizzato dall’andare a casa: mentre a Di Maio erano state date rassicurazioni sulla deroga al vincolo dei due mandati, i nuovi arrivati non avevano garanzie di rielezione e non volevano andare a votare. Casaleggio poi preferiva tornare con la Lega, e non escludo che possa risuccedere.

Questo governo ha prospettive di stabilità reali?

Io penso che la legislatura finirà nel 2023. Per due motivi: a settembre 2022 il 60 per cento dei parlamentari maturerà la pensione, perché sono di prima nomina. E a febbraio 2022 si vota il presidente della Repubblica.

Imprevisti nessuno?

Succede sempre qualcosa, questa volta è stato Renzi, la prossima volta sarà un altro. Fatto sta che le legislature tendono a non durare mai così poco.

Tutti i big 5 Stelle hanno invitato a votare sì. Casaleggio intanto dimostra di avere ottimi contatti, al Sum 2019 di Ivrea erano presenti personalità di primissimo piano nel paese.

Il Sum, gestito dall’Associazione Gianroberto Casaleggio, è il luogo dove Davide fa economia relazionale. Invita imprenditori, politici, magistrati, giornalisti: il Gotha culturale del paese. La chiamano la Leopolda dei 5 Stelle ma è molto di più.

Che cos’è?

È un momento di potere. Vanno lì a legittimare il capo, che sale sul palco solo per un saluto. Ma il Sum è solo l’evento pubblico di maggiore risonanza. Casaleggio di momenti relazionali ne organizza diversi, spesso sono cene in giro per il paese. A una di queste, a Roma, aveva partecipato Luca Lanzalone (inquisito per lo scandalo sullo stadio della capitale, ndr). È lui che ha scritto lo statuto del Movimento. E al primo articolo dice: l’associazione Rousseau è l’ente che gestisce i processi democratici del Movimento 5 Stelle.

La garanzia del suo potere.

Il Movimento che si è presentato alle ultime elezioni non è il Movimento di una volta. È un accordo firmato da Casaleggio e Di Maio nel 2017. Davide Casaleggio non ha cambiato il metodo di gestione del potere, l’ha semplicemente ereditato. Anche in questo l’Italia è una monarchia. Il problema vero da affrontare, anche se ora che tutti i partiti l’hanno legittimato è più difficile, è il fatto che un imprenditore con una tale influenza sul paese sia alieno a qualsiasi controllo democratico, e abbia un ruolo garantito per statuto. Di Maio passerà, lui no.

Casaleggio ha dichiarato in un post sul Blog delle stelle (del 17 aprile 2019) che i vostri libri (suoi e di Nicola Biondo, ndr) “sono pieni di se e ma per evitare querele”. Ha qualcosa da dire su queste accuse?

Io non ho alcun problema a togliere i se e i punti di domanda. Se vuole querelarmi, e ritiene che io non abbia scritto il vero, si rivolga a un giudice e ci vediamo in tribunale.

(Lucio Valentini)