A Uno Mattina in Famiglia il caso choc dell’istituto superiore di Rovigo dove una docente è stata raggiunta da un colpo di pistola a pallini da parte di uno studente. In collegamento vi era Isabella Sgarbi, preside della stessa scuola, che ha spiegato: “Un episodio che ci lascia sgomenti al quale noi non avremmo mai immaginato di dover assistere, gesto inqualificabile, c’è derisione all’adulto, alla donna, al pubblico ufficiale, alla docente che sta facendo lezione. E’ un episodio che ci interroga, è bene parlarne. Quali provvedimenti abbiamo preso? Il provvedimento è educativo e riguarda tutta la classe”.
“Partiamo da un dato di fatto – ha continuato la preside dell’istituto di Rovigo – abbiamo visto come si sono svolti i fatti ma dobbiamo accertare quali sono state le ragioni, ad una prima osservazione non ve ne erano, vogliamo capire anche se vi siano stati dei condizionamenti, delle imposizioni… un’organizzazione dell’evento c’è stato senz’altro, c’è stato chi ha portato una pistola giocattolo che spara pallini e che non toglie il disvalore del fatto. I genitori? L’autore si è scusato moltissimo, ma fino a questo momento non c’è stata una gran presa in carico della questione, è una faccenda che è tutta sulle spalle della scuola. Fino a questo momento non abbiamo convocato i genitori, stiamo cercando la verità. Stiamo cercando di capire se c’è stato un condizionamento, magari un ragazzo che ha detto al compagno che ha sparato ‘se non fai questa cosa…'”.
ROVIGO, STUDENTI SPARANO A PROF, MALUCELLI: “I RAGAZZI DI OGGI CON I SOCIAL…”
Quindi la preside dell’istituto di Rovigo ha aggiunto: “Ci deve essere un’alleanza con i genitori che dobbiamo costruire pazientemente. ci troviamo di fronte a giovani anestetizzati, non hanno accortezza del valore della propria azione, dobbiamo abbassare i toni e continuare a lavorare in maniera molto seria. C’è tutta la classe che ride e nessuno ha il coraggio di fermare questa cosa”.
In studio anche la psicologa Maria Malucelli, esperta di giovani, che ha commentato: “Il ragazzo ha 15 anni e non ha sviluppato consapevolezza, il problema viene da lontano… social, famiglia, tutti noi, non c’è più distinzione fra bene o male, in una situazione del genere in cui tutti si mettono a ridere ci fa pensare che possiamo fare qualsiasi cosa. Se tu stai 5 ore davanti ai social non provi più le tue emozioni ma quella del social”.